Parolisi, l'accusa della procura dei minori"Ha ucciso Melania davanti alla figlia"

Così è motivata la richiesta di togliere la patria potestà al caporalmaggiore, unico indagato per la morte della moglie, Carmela Melania Rea, presentata nei giorni scorsi al tribunale di minori. Secondo i magistrati di Napoli "la condotta del padre è pregiudizievole per l’interesse della bimba"
TERAMO. Poche parole, pesanti come macigni, per sostenere che «l'omicidio della madre presumibilmente è avvenuto alla presenza della minore» e che la condotta del padre «è pregiudizievole» all'interesse della figlia. Alla procura dei minori di Napoli bastano otto righe dattiloscritte per motivare la richiesta di revoca della patria potestà a Salvatore Parolisi, il caporal maggiore dell'esercito in carcere con l'accusa di aver ucciso la moglie Melania Rea mentre la bimba dormiva in auto. Una richiesta presentata il 22 luglio, due giorni dopo l'arresto dell'uomo, con cui il pm sollecita la nomina di un curatore speciale e l'audizione di Parolisi. Ora sarà il tribunale dei minori partenopei a decidere: ai giudici spetterà anche il compito di esprimersi sulla richiesta di affido temporaneo della piccola presentata dalla famiglia Rea, i genitori della vittima.
L'udienza si terrà il 2 dicembre, ma è probabile che prima il tribunale si pronunci sulla richiesta fatta da Parolisi che vuole vedere la bambina in carcere (all'uomo il giudice ha concesso la possibilità di sentirla per telefono una volta a settimana). Nei giorni scorsi la procura di Teramo ha espresso parere positivo agli incontri protetti tra padre e figlia: un parere non vincolante che gli stessi pm del pool che indaga sul delitto, Davide Rosati e Greta Aloisi, hanno subordinato alla decisione che prenderanno i giudici partenopei.
«Quando, a fine giugno, noi abbiamo chiesto l'affidamento temporaneo e provvisorio della piccola», ha spiegato l'avvocato Mauro Gionni, legale della famiglia Rea, «in quel procedimento si é inserita anche la procura minori che, formalmente, ha chiesto di revocare la patria potestà e la nomina di un curatore speciale per seguire gli interessi della bimba. La procura teramana non sapeva, fino alla mia trasmissione di tutti gli atti, che c'era questa richiesta di revoca. A questo punto si dovrebbe valutare se non sia il caso di anticipare l'udienza del 2 dicembre».
Un altro fronte, dunque, si apre nella battaglia giudiziaria del caporal maggiore Parolisi che ha sempre gridato la sua innocenza, ribadendo davanti ai giudici del Riesame dell'Aquila (unica occasione in cui ha parlato ai magistrati) di non aver ucciso la moglie e di averla vista sparire a Colle San Marco nel pomeriggio del 18 aprile.
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