Parto in casa a Castelnuovo: il 118 salva il bimbo in extremis

La madre non riesce ad andare in ospedale e il piccolo rischia l’asfissia per il cordone intorno alla gola

CASTELNUOVO VOMANO. Avrebbe dovuto partorire la settimana prossima. Ma ieri mattina aveva delle lievi contrazioni, per cui è andata in ospedale, dove l’hanno controllata e le hanno detto di stare tranquilla: per ora il bambino non aveva alcuna intenzione di nascere.

Così G.D.S. è tornata a casa a Castelnuovo. Alle 13,30, la chiamata concitata al 118: «Aiutatemi, sto partorendo, non faccio in tempo ad arrivare in ospedale». Sono immediatamente scattati i soccorsi. Un intervento provvidenziale perchè all’arrivo dell’equipe il bambino stava venendo alla luce ma aveva il cordone ombelicale attorno al collo. La testolina era uscita ed era già cianotico. Ma con una manovra apposita il medico ha fatto slittare il cordone e il bambino ha cominciato a respirare.

Sono stati momenti concitati, quelli vissuti dalla famiglia di Castelnuovo. A G.D.S., già madre di una bimba di tre anni, poco dopo le 13 si sono rotte le acque e di corsa si è preparata per andare in velocità all’ospedale di Teramo. Ma era nell’ascensore di casa sua quando ha capito che non ce l’avrebbe fatta, che il suo piccolo aveva fretta di venire alla luce. Così G.D.S. è tornata a casa. Nel frattempo la macchina dei soccorsi si è messa in moto per gestire il parto precipitoso. Da Teramo è partita un’ambulanza della Croce Bianca, mentre dalla sede centrale del 118 è partita l’automedica che, vista la particolarità del caso, oltre al medico Paola Angelini aveva anche l’infermiere a bordo, Giustino Di Marcello (alla guida Costantino Ciafrè). I soccorritori, appena arrivati a Castelnuovo, che la situazione fosse drammatica l’hanno capito dal fatto che la nonna era per strada per far capire loro dove fosse la casa e il marito urlava di sbrigarsi alla finestra del secondo piano: il figlio stava nascendo e si vedeva già la testa. Medico e infermiere sono saliti per le scale in un baleno. La donna era sul divano ma si capiva che c’era qualcosa che non andava.

Il bambino era cianotico. Al medico del 118 è bastato un attimo per capire che aveva un giro di cordone attorno al collo. Impossibile pensare a un trasporto in ospedale. Ma il medico sapeva che cosa fare: non tirare nel tentativo di far nascere comunque il piccolo, perchè il cordone si sarebbe stretto di più, ma far scivolare delicatamente il cordone sopra la testolina, in modo da liberarla. L’unica operazione possibile per salvargli la vita. E così il piccolo Filippo è potuto venire alla luce e appena il medico gli ha accarezzato la schiena si è messo a piangere, respirando - per fortuna- a pieni polmoni. E il colorito è tornato roseo. Madre e figlio sono stati poi portati a bordo dell’ambulanza della Croce Bianca (equipaggio composto da Matteo Di Eugenio e Francesco Grazietti) in ospedale a Teramo e ricoverati nel reparto di ostetricia. Stanno entrambi bene.

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