Patto per salvare aziende e lavoro

Imprenditori e sindacati lanciano insieme le proposte contro la crisi
TERAMO. «Il futuro è iniziato ieri», questo il significativo titolo dell'intesa firmata ieri da sette associazioni imprenditoriali e quattro sindacati per salvare il sistema produttivo teramano.
L'iniziativa, proposta da Confindustria subito recepita dagli altri, non a caso è stata presentata alla Camera di commercio, che avrà un ruolo di coordinamento delle iniziative collegate al protocollo. «E' una risposta ai molti problemi che penalizzano il sistema economico provinciale», commenta Salvatore Florimbi, vice segretario generale dell'ente, «il protocollo abbraccia tutti i punti di criticità con l'obiettivo di arrivare ad azioni vere, concrete e immediate».
Salvatore Di Paolo, presidente di Confindustria, sottolinea che è un'iniziativa indispensabile: «la crisi che sembrava passeggera sta diventando molto pesante. Da qui la decisione di unirsi, racchiudere in un documento i problemi che affliggono l'economia locale e indicare anche le risposte. Documento che sarà presentato alla politica perchè ci si attivi per risolvere i problemi».
In rappresentanza di Cgil, Cisl e Uil Giampaolo Di Odoardo, Alberico Maccioni e Gianluca Di Girolamo (ha firmato anche l'Ugl ma ieri non c'era) hanno sottolineato la gravità di alcuni indicatori economici della provincia di Teramo, prima in Italia per il ricorso alla cassa integrazione, per esempio.
L'appello è dunque alle banche, ma anche a Regione e Provincia perchè corrano ai ripari per sostenere il sistema produttivo. In effetti sia la Cgil che la Uil, ma anche alcune associazioni imprenditoriali, hanno segnalato che l'osservatorio sull'economia esistente in Provincia non viene riunito da un anno e mezzo, proprio in un periodo in cui la crisi è stata più pesante.
«Il protocollo», ha sottolineato non a caso Gloriano Lanciotti, direttore della Cna, «non è la soluzione a tutti i problemi ma è un segnale politico forte a tutte le istituzioni, proveniente da oltre il 90% delle imprese e da tutti i lavoratori, questo rappresentano le sigle che hanno firmato».
A firmare anche Api, Apa Casa, Confcooperative Abruzzo, Legacoop Abruzzo, rappresentata da Tiziana Centini che ha proposto di «far rilevare dagli operai, costituiti in cooperative le aziende in crisi che vogliono chiudere».
A firmare anche l'Ance, il cui direttore, Marco Fabiocchi, ha fatto notare come il settore edile sia quello più in crisi, soprattutto per il crollo degli appalti pubblici ma anche per una burocrazia asfissiante.
L'iniziativa, proposta da Confindustria subito recepita dagli altri, non a caso è stata presentata alla Camera di commercio, che avrà un ruolo di coordinamento delle iniziative collegate al protocollo. «E' una risposta ai molti problemi che penalizzano il sistema economico provinciale», commenta Salvatore Florimbi, vice segretario generale dell'ente, «il protocollo abbraccia tutti i punti di criticità con l'obiettivo di arrivare ad azioni vere, concrete e immediate».
Salvatore Di Paolo, presidente di Confindustria, sottolinea che è un'iniziativa indispensabile: «la crisi che sembrava passeggera sta diventando molto pesante. Da qui la decisione di unirsi, racchiudere in un documento i problemi che affliggono l'economia locale e indicare anche le risposte. Documento che sarà presentato alla politica perchè ci si attivi per risolvere i problemi».
In rappresentanza di Cgil, Cisl e Uil Giampaolo Di Odoardo, Alberico Maccioni e Gianluca Di Girolamo (ha firmato anche l'Ugl ma ieri non c'era) hanno sottolineato la gravità di alcuni indicatori economici della provincia di Teramo, prima in Italia per il ricorso alla cassa integrazione, per esempio.
L'appello è dunque alle banche, ma anche a Regione e Provincia perchè corrano ai ripari per sostenere il sistema produttivo. In effetti sia la Cgil che la Uil, ma anche alcune associazioni imprenditoriali, hanno segnalato che l'osservatorio sull'economia esistente in Provincia non viene riunito da un anno e mezzo, proprio in un periodo in cui la crisi è stata più pesante.
«Il protocollo», ha sottolineato non a caso Gloriano Lanciotti, direttore della Cna, «non è la soluzione a tutti i problemi ma è un segnale politico forte a tutte le istituzioni, proveniente da oltre il 90% delle imprese e da tutti i lavoratori, questo rappresentano le sigle che hanno firmato».
A firmare anche Api, Apa Casa, Confcooperative Abruzzo, Legacoop Abruzzo, rappresentata da Tiziana Centini che ha proposto di «far rilevare dagli operai, costituiti in cooperative le aziende in crisi che vogliono chiudere».
A firmare anche l'Ance, il cui direttore, Marco Fabiocchi, ha fatto notare come il settore edile sia quello più in crisi, soprattutto per il crollo degli appalti pubblici ma anche per una burocrazia asfissiante.
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