<strong>L’intervista. </strong>La costa teramana al centro del dibattito sulle nuove concessioni per estrarre oro nero

«Petrolio, i pozzi non sono un rischio»

Il geologo Rainone smonta le tesi ambientaliste: è terrorismo psicologico

TERAMO. «Le estrazioni petrolifere non sono un rischio per il nostro mare». Così afferma l'esperto che, in un'intervista al Centro, smonta le tesi ambientaliste.

Mario Rainone, 53 anni, è geologo e direttore del Centro di ricerche e studi per le geotecnoliche dell'Università D'Annunzio. 

Gli ambientalisti sono certi che è rischioso aprire nuovi pozzi in Adriatico. Per lei è falso. Perché?

«Evocare scenari da Golfo del Messico, nelle nostre aree, presuppone scarsa conoscenza di tutta una serie di dati tecnici. I giacimenti nell'Adriatico non hanno pressioni tali da poter creare incidenti. Se la colonna di perforazione si rompesse l'acqua del mare finirebbe dentro il pozzo e non viceversa. Le profondità delle teste pozzo, inoltre, sono nell'ordine di 40-50 metri e anche in caso di incidenti possono essere facilmente raggiunte dai tecnici». 

Il no è anche verso l'estrazione sulla terra ferma. Che ne pensa? 
«Per quelli a terra arrivare ad evocare scenari come il Vajont è puro terrorismo psicologico. Le norme di sicurezza adottate nel nostro Paese sono molto severe. Non è un caso se, da quando l'estrazione di idrocarburi è attiva nelle nostre aree, non si siano mai verificati incidenti».  

Il movimento ambientalista raccoglie anche grandi associazioni di categoria come gli agricoltori. Hanno ragione oppure no?

«Non mi appartiene la cultura di una visione del mondo rigidamente divisa tra buoni e cattivi, ma anche l'agricoltura tale sempre non è. Basta ricordare come la non potabilità della stragrande maggioranza delle acque sotterranee di subalveo è dovuta proprio dall'uso sconsiderato di concimi e diserbanti in decenni di attività agricole». 

Lei quindi si contrappone agli ambientalisti?

«No perché sono convinto che le contrapposizioni ideologiche su problemi così complessi e strategici non producano nulla di buono. Ma è necessario che le questioni sollevate siano ricondotte in un confronto scientifico». 

La Regione ora dice no alle estrazione. Come esperto cosa ne pensa?

«Regione e Province devono svolgere un ruolo di arbitro ed evitare schieramenti precostituiti sostenuti forse solo dalla ricerca di un consenso politico. Non è questa la strada per una corretta pianificazione delle risorse territoriali, in un momento delicato per quanto riguarda le fonti di approvvigionamento energetico».