Pezzo di casa da abbattere Ha vinto l’uomo sandwich

Roseto, il Tar dà ragione al cittadino disturbato da una nuova costruzione È legittima l’ordinanza di demolizione del fabbricato emanata dal Comune

ROSETO. Il Tar ha dato ragione all’uomo sandwich, al secolo Enzo Corini. È infatti di questi giorni la sentenza del Tribunale amministrativo dell’Aquila con la quale viene dichiarato inammissibile il ricorso di un privato di Roseto contro lo stesso Comune, che a sua volta aveva preso le parti di Corini in una controversia tra confinanti. Oggetto del contendere un’ordinanza di demolizione della parte di fabbricato non giudicata in regola, che il Comune di Roseto aveva emanato nel gennaio del 2008 a carico del privato contro cui è in causa Corini, alla quale però non è mai stato dato seguito.

Per questo l’uomo inscenò una singolare forma di protesta piazzandosi davanti al municipio con un cartello addosso in cui chiedeva i motivi della mancata attuazione dell’ordinanza di demolizione. Destinatari del quesito erano i responsabili comunali del settore, cioè il segretario generale Vincenzo Benassai e il dirigente dell’edilizia privata Lorenzo Patacchini, entrambi ancora in carica adesso. L’unico interlocutore chiamato in causa ma nel frattempo sostituito è l’ex assessore comunale all’urbanistica, che all’epoca era Enzo Frattari (Pd), mentre ora il settore è gestito in prima persona dal sindaco Enio Pavone. Così la nuova amministrazione comunale di centrodestra ha voluto approfondire la vicenda, giungendo alla conclusione che l’ordinanza di demolizione - emanata dalla precedente maggioranza di centrosinistra, ma mai fatta eseguire - andava applicata. Questo ha fatto scattare il ricorso al Tar da parte del privato chiamato ad abbattere la parte di fabbricato che ha provocato la controversia legale, il quale però si è visto rigettare l’opposizione. «Dopo anni di tribolazioni finalmente la giustizia amministrativa ha sancito la validità dei miei diritti», sottolinea Corini «così verrà abbattuta la parte di edificato che provoca disagi alla mia abitazione, ripristinando lo stato dei luoghi precedente. Vorrei sottolineare che non si è trattato di una questione di principio, bensì di un concreto disagio causato dall’abuso edilizio oggetto del contendere e che si manifesta dopo ogni temporale, quando cioè le acque reflue provenienti dalla proprietà che confina con la palazzina in cui abito allagano il mio garage causando danni ingenti».

Da qui ha inizio una battaglia legale culminata, appunto, con l’ordinanza di demolizione e rimozione (la n°1 del 23-01-2008) del Comune. La questione finì addirittura sul tavolo del presidente Giorgio Napolitano, chiamato in causa da entrambi i contendenti, il cui intervento ebbe l’effetto di sospendere il procedimento. A torto, secondo l’interpretazione di Corini.

Federico Centola

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