Poste, spariti 500mila euro: direttore indagato

Maxi ammanco: il dirigente è accusato di peculato, scattano le perquisizioni

TERAMO. Maxi ammanco alle Poste: indagato e perquisito il direttore sindacalista. Il pm Davide Rosati mette un punto fermo nell'inchiesta aperta sulla scomparsa di circa 500mila euro dal bancopost dell'ufficio postale Teramo 2, quello di via Noè Lucidi.

Il sostituto procuratore ha iscritto C.D.T., 53 anni, nel registro degli indagati con l'accusa di peculato. Nei giorni scorsi la polizia postale, proprio su delega del magistrato, ha sequestrato documenti e un computer nell'abitazione dell'uomo. Provvedimento contro cui l'indagato ha fatto ricorso al tribunale del Riesame. Le voci parlano di soldi spariti per la febbre del gioco e delle scommesse: anche su questo Rosati ha delegato indagini proprio per capire se siano solo voci. L'inchiesta è in corso e non si escludono nuovi provvedimenti. L'obiettivo del magistrato è ricostruire nei minimi particolari tutta la vicenda, a cominciare dai meccanismi usati per appropriarsi delle somme. Ma il pm vuole capire anche se il dipendente abbia avuto coperture. L'uomo, dopo l'avvio di un procedimento disciplinare, è stato trasferito.

La denuncia delle Poste è scattata qualche mese fa, dopo un' ispezione interna. L'appropriazione di denaro dal bancomat postale sarebbe avvenuta nell'arco di mesi, ma con una cadenza regolare. Il modus operandi potrebbe essere stato quello di aver caricato, per esempio, 5mila euro inserendo la cifra sul computer ma distraendo, all'atto del posizionamento dei soldi nelle cassette, una somma sempre uguale. Sul computer dell'ufficio appare la somma caricata ma nel medio periodo si crea una differenza tale da non poter più caricare denaro, perché è stato superato il limite di giacenza nello sportello automatico anche se, in realtà, il contante non è presente nel bancoposta.

A far venire a galla la vicenda è stato proprio questo: la giacenza media dell'ufficio, calcolata dalla somma delle banconote che risulta sul computer, è cresciuta a dismisura. In altre parole, le Poste di via Lucidi avevano sulla carta somme sufficienti per pagare le pensioni di agosto, settembre e ottobre, senza dover ricorrere alle sovvenzioni che si richiedono nei primi giorni del mese.

Ma da via Noè Lucidi le richieste, nonostante la maxi giacenza esistente sulla carta, sono state fatte lo stesso alla filiale di Teramo. E la filiale ha inviato il denaro dopo la giustificazione del direttore di un presunto malfunzionamento del bancopost. Che però è tornato a funzionare regolarmente dopo l'avvio della verifica. Sarebbe stato proprio questo il passo falso del direttore che, saputo di essere sotto controllo, ha evitato di distrarre altri soldi.

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