Prese in Abruzzo le ladre delle nonnine: dieci furti in tre regioni

Sono di Martinsicuro e Pescara, hanno agito con destrezza anche in Lazio e Umbria. Bottino di alemno 50mila euro. E una è accusata anche di spaccio ad Alba Adriatica

PESCARA. Due sono residenti a Martinsicuro (Teramo), la terza a Pescara. E insieme erano diventate una sorta di incubo per le vecchiette tra Lazio e Umbria. G.D., 30 anni, domiciliata a Pescara, e G.D., 28, di Martinsicuro, sono state arrestate dai carabinieri e rinchiuse in carcere, mentre S.C., 40, è ai domiciliari nell'abitazione della cittadina teramana. Sono tutte accusate di aver messo a segno diversi furti nelle abitazioni di campagna tra il Lazio e l'Umbria in danno di ultranovantenni.

Le indagini sono partite da un furto nella casa di una 85enne di Antrodoco: quando tre donne, spacciandosi per amiche del figlio e della nuora, carpirono la fiducia dell'anziana entrarono e ripulirono la camera da letto da oro, gioielli e denaro. I carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Cittaducale, hanno messo a confronto i colpi messi a segno nelle aree rurali delle regioni limitrofe e i sospetti sono ricaduti su quel terzetto di donne dal gradevole aspetto e dalla buona dialettica: una banda che, solo nel 2018, aveva colpito in tutto il centro Italia e sempre in danno di ultra ottantenni. Le scuse per entrare in casa delle indifese vittime erano svariate: la ricerca di una casa in vendita o in affitto presenti nel tranquillo vicinato, la consegna di posta urgente per un figlio o un nipote, fornire spiegazioni per la raccolta differenziata dei rifiuti da parte del comune. In almeno un'occasione addirittura un’indagata riusciva a convincere la propria vittima di essere una vecchia badante che aveva servito in quella casa, passata di lì casualmente per fare un saluto e per sincerarsi delle condizioni di salute della anziana ex cliente.

Il provento dei furti ha superato in alcuni casi i 12mila euro. Veniva portato via tutto: dai soldi della pensione, al bancomat, oggetti di famiglia quali catenine, braccialetti e fedi nuziali. Solo dopo ore le "nonne" si accorgevano di essere state derubate, e molto spesso, superato il disagio e l’incredulità per essere state così abilmente raggirate, riuscivano a avvertire figli e parenti. le ladre nel frattempo avevano effettuato prelievi con i loro bancomat. Secondo le indagini, sono almeno dieci i furti commessi dalle tre ladre nelle regioni Lazio, Marche e Abruzzo per un bottino di circa 50mila euro.

La 40enne deve rispondere inoltre di centinaia di casi di spaccio di sostanza stupefacente (cocaina) avvenuti ad Alba Adriatica nel 2018. La donna, anche grazie all’investimento della propria parte dei proventi dei furti, era riuscita a moltiplicare i propri guadagni mettendo in piedi una rete di spaccio che le avrebbe permesso di cedere centinaia di grammi di cocaina per cifre che si aggirano intorno a i 3mila euro per singolo cliente.