Processo acqua Gran Sasso, arriva la sentenza: tutti assolti / VIDEO

20 Ottobre 2025

La Procura aveva chiesto condanne a un anno e 8 mesi per ciascuno degli imputati. La giudice monocratica era Claudia Di Valerio

TERAMO. Era atteso per oggi il verdetto del processo sul sistema acquifero del Gran Sasso con dieci imputati tra ex vertici dell’Istituto di fisica nucleare, Strada dei Parchi e Ruzzo Reti. La sentenza della giudice monocratica Claudia Di Valerio, arrivata pochi minuti fa, è stata chiara: tutti assolti.

La Procura aveva chiesto condanne a un anno e 8 mesi per ciascuno degli imputati: Fernando Ferroni, all’epoca dei fatti presidente dell’Istituto di fisica nucleare; Stefano Ragazzi, all’epoca dei fatti direttore dei laboratori nazionali dell’Istituto di fisica nucleare; Raffaele Adinolfi Falcone, all’epoca dei fatti responsabile del servizio ambiente dei laboratori dall’ottobre del 2005; Lelio Scopa, all’epoca dei fatti presidente del consiglio di amministrazione della Strada dei Parchi; Cesare Ramadori, all’epoca dei fatti amministratore delegato di Strada dei Parchi dal 30 maggio del 2011; Igino Lai, all’epoca direttore generale di esercizio di Strada dei Parchi con compiti in materia di tutela dell’ambiente dal 2011; Antonio Forlini, ex presidente di Ruzzo Reti; Domenico Giambuzzi, all’epoca dei fatti responsabile dell’area tecnica della Ruzzo Reti; Ezio Napolitani, all’epoca responsabile dell’unità operativa di esercizio della Ruzzo Reti; Maurizio Faragalli, responsabile del Servizio acquedotto della Ruzzo Reti dal 17 gennaio 2014.

L’ipotesi di reato che resisteva alla prescrizione – che ha falcidiato gli altri capi sempre del testo unico ambientale e tutti di natura contravvenzionale – era il pericolo di compromissione o deterioramento delle acque. Questo processo nasceva dall’inchiesta aperta nel 2017 quando scoppiò l’emergenza legata a una problema di potabilità dell’acqua il cui uso venne bloccato per giorni in 32 Comuni del Teramano. Un contesto, quello ipotizzato dall’autorità giudiziaria (titolare dell’inchiesta i pm Greta Aloisi, Davide Rosati e Stefano Giovagnoni) in cui, secondo l’accusa, erano emerse interferenze tra i laboratori, le gallerie autostradali e il sistema di conduttura delle acque con criticità mai sanate.

In particolare, hanno sostenuto i pm, un pericolo permanente per la salubrità delle acque a causa di un inadeguato isolamento delle opere di captazione e convogliamento di quelle destinate a uso potabile in quello che è stato più volte definito «il condominio impossibile» del Gran Sasso. Adesso, come detto, tutti i dieci imputati sono stati assolti.

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