Processo acqua Gran Sasso, assolto Ramadori: «Una grande soddisfazione»

Cesare Ramadori con l’avvocato Oliviero De Carolis

21 Ottobre 2025

Il commento dell’ex di Strada dei Parchi: «Siamo sei a zero per me». Il Wwf esprime invece «profonda amarezza per il verdetto»

TERAMO. «Sei a zero per me. Questa è la più grande soddisfazione della mia vita»: Cesare Ramadori, ex vertice di Strada dei Parchi, così risponde ai cronisti che gli si avvicinano in aula dopo la lettura del dispositivo. I numeri sono quelli dei procedimenti penali, a cominciare da quelli per la sicurezza dei viadotti, in cui è rimasto coinvolto e da cui è stato sempre assolto.

Per Strada dei Parchi, si legge in una nota, «la sentenza è coerente con l'assunto che Strada dei Parchi, pur avendo messo in atto nel corso degli anni tutti i possibili controlli e gli interventi per mitigare il rischio di incidenti, non ha mai avuto il potere di intervenire sulla sicurezza del sistema idrico del Gran Sasso con opere di impermeabilizzazione. Una sentenza netta, che riafferma che la concessionaria Strada dei Parchi e i suoi manager hanno sempre operato, nell'espletamento delle attività oggetto della concessione, nel più scrupoloso rispetto delle prescrizioni e della normativa in materia ambientale».

Così Domenico Giambuzzi, ex di Ruzzo Reti e anche lui sempre presente in aula: «Ho sempre difeso la linea del Ruzzo e mai la mia posizione». Per l’avvocato Gennaro Lettieri, difensore di Forlini, «l’assoluzione con la formula per non aver commesso il fatto per Forlini e tutti gli altri della Ruzzo, conclama l’assoluta estraneità dell’azienda e dei suoi quadri dalle ipotesi di contaminazione dell’acqua fornita nel corso degli anni. La potabilità delle acque, infatti, era ed è garantita da sistemi moderni di assoluta efficienza, Peraltro l’istruttoria dibattimentale ha evidenziato la proattività della Ruzzo Reti. Il processo e la sentenza assolutoria costituiscono comunque un monito per la Regione Abruzzo che da anni mantiene un assoluto disinteresse e una compiuta inerzia sui problemi dell’acquifero». Per Tommaso Navarra, avvocato di parte civile per Provincia e Comune di Isola, «è importante aver coltivato l’accertamento giudiziario di fatti storicamente certi e sicuramente di interesse per la comunità laddove l’acquifero dà da bere ogni giorno a 800mila abruzzesi. Rimane il rammarico per il tempo trascorso che ha determinato la prescrizione per i reati minori».

Il Wwf, si legge in una nota, «non nasconde la profonda amarezza per un verdetto che lascia senza risposte una comunità intera e getta un’ombra sull’effettiva capacità del nostro sistema di garantire la tutela ambientale. È difficile accettare che, di fronte a un episodio che ha messo in serio pericolo un acquifero da cui dipende più della metà degli abruzzesi, nessuno debba rispondere di quanto accaduto. Il Wwf, costituitosi parte civile con altre associazioni, sottolinea che la propria azione non è mai stata finalizzata alla condanna dei singoli imputati, ma alla piena ricostruzione dei fatti e all’individuazione delle responsabilità necessarie per garantire che simili emergenze non si ripetano più».