Ragazzine “spogliate” sulle chat: 3 indagati, le parti offese sono 6

18 Ottobre 2025

La Procura per i minorenni lavora su un giro di fotografie modificate con l’intelligenza artificiale. L’indagine partita dopo la denuncia dei genitori di due vittime, tutti i coinvolti hanno tra 14 e 15 anni

TERAMO. È un’inchiesta giudiziaria destinata ad allargarsi a numeri da indagine sociologica quella che vede degli adolescenti teramani, della zona della Vibrata, accusati di aver realizzato immagini, deepfake, mettendo il volto delle compagne di classe su un corpo nudo generato con l’Intelligenza artificiale: le prime indagini hanno accertato, almeno per il momento, tre indagati e sei parti offese, ovvero sei ragazzine finite nelle chat con immagini false. Tutti hanno età tra i 14 e i 15 anni. I ragazzini sono sotto accusa per revenge porn e pedopornografia.

L’indagine, che ha mosso i primi passi dopo la denuncia dei familiari di due ragazze, è alle prime fasi con il sequestro di alcuni telefoni cellulari e l’audizione di numerosi ragazzi nella loro veste di persone informate sui fatti. Il resto è un’altra inchiesta della Procura per i minorenni dell’Aquila (guidata dal procuratore David Mancini) che affonda in un mondo di adolescenti che sempre più genera violenza individuale e di gruppo, che trova nei social uno dei canali preferenziali, che alimenta studi sociologici e fascicoli giudiziari.

Perché se l’Intelligenza artificiale è la nuova frontiera della pedopornografia tra deepfake, app clandestine e leggi in evoluzione, il confine tra ciò che è finzione e ciò che è reato si fa sempre più sottile. L’Italia punisce la pornografia “virtuale”, applicando le disposizioni del codice penale in materia di produzione, divulgazione, diffusione e detenzione di materiale pedopornografico anche quando il materiale pornografico rappresenta immagini virtuali realizzate utilizzando immagini di minori degli anni 18 o parti di esse.

L’articolo di riferimento è il 600 quater 1 del codice penale, che punisce la pornografia minorile anche quando l’immagine non riguarda un minore reale, ma è creata attraverso l’uso di tecnologie digitali. Perchè oggi più che mai gli adolescenti sono immersi in ambienti digitali in cui l’Intelligenza artificiale agisce in modo persuasivo a cominciare proprio dalla possibilità di creare da zero video e foto che vengono poi diffuse su chat di gruppo, canali Telegram, Facebook ma anche sul dark web, quella parte di Internet non visibile con i comuni browser. A

L’allarme lanciato ormai da tempo è già una denuncia contenuta nel primo dossier in assoluto su quest’emergenza preparato dall’associazione Meter ETS – fondata e presieduta da don Fortunato Di Noto da anni in prima linea contro la pedopornografia – e presentato nei mesi scorsi a Roma. A dimostrazione, oggi più che mai, che il web non è assolutamente un posto sicuro per i minorenni

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