Rapina in villa, è caccia aperta al basista

In 5 con le pistole avevano bloccato l’armatore Crescenzi, la moglie, i due figli adolescenti e due loro amici. Non si esclude un contatto locale con i banditi venuti da fuori. Le fascette usate per legare il capofamiglia all’esame degli investigatori per le tracce biologiche
MARTINSICURO. Gli investigatori cercano il basista della rapina a mano armata alla villa dell’armatore Crescenzi. L’Arma provinciale, guidata dal colonnello Pasquale Saccone, è convinta che a imbeccare il commando armato che sabato sera ha fatto irruzione nell’abitazione dell’imprenditore Federico Crescenzi sia stato qualcuno del posto. Qualcuno che ben conosce l’armatore della società Italfish di Martinsicuro, le sue abitudini, la sua vita e il tenore economico al punto da guidarli a fare il colpo fruttato un bottino da 200mila euro fra oggetti di valore e contanti. I cinque banditi, alcuni dei quali forse slavi, non sarebbero della zona ed avrebbero agito in trasferta.
Troppo preciso e facile il film della rapina: il momento dell’irruzione, la certezza che i Crescenzi avessero una cassaforte in casa, per essere soltanto un caso. Il sodalizio criminale sapeva come entrare e dove. Tutto pianificato nei minimi dettagli. I militari hanno acquisito immagini di telecamere pubbliche e private nel raggio di qualche chilometro, comprese quelle del casello A14 Val Vibrata che i rapinatori avrebbero raggiunto per fuggire a bordo di una vettura pulita, probabilmente. Indagini anche sulle celle telefoniche per capire quali cellulari siano state agganciati ai ponti al momento della rapina con sequestro.
Infine, si cercano impronte digitali. Le fascette per legare il capofamiglia perché non desse l’allarme consentendo alla banda di mettere le mani sul bottino, infatti, sono state repertate. Durante il colpo i rapinatori indossavano dei guanti e avevano il colpo coperto da passamontagna. La speranza dei militari è che le fascette siano state toccate dai rapinatori senza guanti nella fase di preparazione del colpo per risalire alle impronte digitali e confrontarle con quelle conservate in banca dati.
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