Rifiuti, 20 comuni restano senza raccolta

Maxi debito con la Deco dei Di Zio, da lunedì chiude la discarica per i soci del Mote

TERAMO. Da lunedì una nuova emergenza rifiuti travolgerà venti comuni teramani: i camion con la spazzatura troveranno i cancelli sbarrati alla stazione di stoccaggio di Carapollo. Saranno rispediti indietro senza poter partire per la discarica di Chieti. I Comuni coinvolti sono quelli del Mo.Te. (Montagne Teramane Ambiente), la società pubbica che gestisce la raccolta dei rifiuti. L'emergenza scatterà per tutti - tranne che per Teramo che gestisce in autonomia i servizi - per un maxi debito di un milione e 800mila euro creato dai Comuni inadempienti nei pagamenti.

Un debito che il Mo.Te., di riflesso, ha accumulato nei confronti della Deco, la società dei Di Zio che gestisce l'impianto di contrada Casoni di Chieti. Da parte della Deco è arrivata l'ennesima richiesta di saldare il debito, o almeno una sua parte, e così i vertici del Mo.Te., oltre a chiedere una moratoria, non hanno avuto altra scelta che mettere con le spalle al muro i Comuni. A fare le spese della situazione saranno purtroppo anche i Comuni in regola con i pagamenti che subiranno da lunedì lo stop alla raccolta al pari di quelli debitori.

A lanciare l'allarme ai Comuni - ma sarebbe meglio dire il guanto di sfida - è stato ieri il presidente del Mo.Te., Ermanno Ruscitti, affiancato da Tommaso Ceci, uno degli amministratori. «Abbiamo un milione e mezzo in fatture scadute con la Deco», ha spiegato, «sono settimane che convochiamo i Comuni e non abbiamo quasi nessuna risposta. Per questo da lunedì troveranno i cancelli chiusi». Particolarmente grave è la situazione debitoria di Cortino, Valle Castellana, Rocca Santa Maria, Campli e Torricella che fanno parte della Comunità montana della Laga, alla quale il Mo.Te. ha già inviato un decreto ingiuntivo di 600mila euro.

Per scongiurare l'emergenza - questa la speranza dei vertici del Mo.Te. - qualcuno dovrebbe finalmente convicersi e pagare. Ma perché i Comuni hanno accumulato i debiti? «C'è stato un aggravio dei costi», spiega al Centro Paolo Paolini, sindaco di Basciano, «da quando anche l'umido non viene più riciclato in provincia. Noi siamo quasi in regola con i pagamenti ma facciamo sempre più fatica e dovremo ritoccare le tariffe». «La storia viene da lontano», dice invece Gabriele Minosse, sindaco di Cortino, «nel corso degli anni alcuni Comuni non hanno mai pagato ed hanno esposto la Comunità montana a questo enorme debito. Ma il problema non è nei bilanci degli enti, piuttosto nelle casse perché i soldi che arrivano con i rifiuti magari vengono utilizzati prima per emergenze o altro che non si riesce a coprire diversamente a causa dei tagli. Poi c'è l'aumento dei costi, legato alla presenza di un solo privato monopolista che fa quello che vuole con i prezzi, intanto la politica dorme mentre è competenza di Provincia e Regione mettere riparo a questa situazione».

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