Ristoratori in rivolta: stop alle sagre

Alba, comitato di venti operatori chiede al Comune di organizzarne solo una all’anno e la prelazione sugli stand

ALBA ADRIATICA. «Le sagre vanno regolamentate. Senza un disciplinare, l’amministrazione sacrifica i ristoratori che, ad Alba Adriatica, fanno i conti con 9 manifestazioni che nulla hanno a che fare con la gastronomia locale. Praticamente un’estate intera di concorrenza sleale». Valerio Di Mattia è il portavoce del neo costituito “Comitato ristoratori Alba Adriatica”.

Lui, insieme ad una ventina di operatori del settore, ha protocollato in Comune un documento in cui avanza una serie di richieste all’amministrazione, circostanziate e dettagliate, a garanzia di chi il mestiere lo fa tutto l’anno e tutto l’anno paga le tasse.

«Riconosciamo il ruolo sociale degli eventi di piazza, ma non l’atteggiamento che ha snaturato negli anni il servizio di ristorazione svilendo, non poco, il ruolo dei professionisti», accusa Di Mattia, supportato da diversi titolari di noti esercizi pubblici della costa albense. La lettera del comitato è stata indirizzata al sindaco Franchino Giovanelli ma toccherà al suo successore meditare e affrontare, punto per punto, le istanze della categoria che ha deciso di mettersi di traverso al business delle sagre.

I ristoratori chiedono, da subito, un incontro con tutti e sette i candidati sindaci, nella speranza di strappare l’assunzione di impegni concreti a difesa degli interessi di chi muove l’economia del territorio «che non sono certo coloro che organizzano la sagre. Queste associazioni fungono da parassiti del settore», ripete il comitato all’unisono, «Occupano importanti aree pubbliche, spesso in zone strategiche della cittadina e con capacità ricettive impensabili per normali attività di ristorazione; si accaparrano una consistente fetta del mercato e scompaiono subito dopo non appena si esaurisce il boom della stagione turistica, senza aver valorizzato il paese, né le attività che anzi vengono penalizzate. Tutto questo è intollerabile tanto più quando viene avallato dall’amministrazione comunale che palesemente, anziché tutelare la categoria, sponsorizza un danno a nostro detrimento».

Oltre alla restrizione degli eventi gastronomici (uno all’anno), chiedono il diritto di prelazione degli stand, lo svolgimento delle sagre durante la bassa stagione con sospensione delle manifestazioni dal 15 maggio al 15 settembre.

Dicono “sì”, al contrario, alla tutela delle feste di quartiere quali momenti identificativi della cittadinanza. «Le sagre fuori controllo non hanno più l’aspetto socializzante», continua il comitato di ristoratori di Alba Adriatica, «ma sono solo assembramento e massificazione che non lasciano nulla al territorio in termini di ricaduta positiva. E’ un fenomeno cresciuto a dismisura che invade il territorio, la costa in primis. Le manifestazioni gastronomiche vanno ricondotte nell’alveo della realtà del paese e se servono a fare promozione, vanno organizzate in bassa stagione non quando c’è l’esplosione di vacanzieri. Ricordiamo che vanno difesi i posti di lavoro e la ristorazione in generale che paga imposte e tasse agli enti. Dobbiamo venire difesi da questa aggressione spesso patrocinata dall’amministrazione comunale».

Alex De Palo

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