Rocca Santa Maria, controlli nell’ex fungaia che ospita i migranti

Dopo la protesta di 13 africani che non volevano andare nella struttura di Faiete prefettura e questura verificheranno se è dotata dei servizi essenziali

ROCCA SANTA MARIA. L’ex fungaia, dove sono ospitatiuna trentina di migranti, sarà sottoposta a una serie di valutazioni da parte di prefettura e questura.

L’eclatante protesta di 13 immigrati richiedenti asilo, che l’altroieri mattina si sono barricati in un’ambulanza pur di non entrare nella struttura di Faiete di Rocca Santa Maria, è rientrata. Ma ha in parte raggiunto lo scopo: la struttura sarà oggetto di una serie di controlli per accertare se i servizi di base previsti dal capitolato sono garantiti.

Infatti venerdì mattina la protesta è scoppiata in quanto coloro che erano già ospiti hanno avvertito i nuovi arrivati di quel che li aspettava. A sentire gli immigrati manca un mezzo di trasporto per i centri abitati vicini, visto che Faiete è molto isolato, manca un servizio didattico e alcuni requisiti riguardo i servizi igienici, secondo gli immigrati mancavano gli asciugamani. Per verificare queste che per il momento sono chiacchiere derivanti dal passaparola, adesso verrà fatto un controllo.

I 13 migranti, per adesso, sono stati convinti ad accettare la sistemazione nell’ex fungaia, in attesa dell’erogazione dei servizi essenziali che mancherebbero. E’ stata basilare l’opera di mediazione fatta da carabinieri e polizia, e in particolare dal dirigente dell’ufficio immigrazione della questura Dino Petitti. I13 migranti sono provenienti dal centro Cara di Mineo (Catania) nell'ambito del programma di accoglienza dei richiedenti asilo, tutti giovani africani. Sei di loro, dopo avere inveito contro la donna presente nell'edificio per la società che lo gestisce, si sono chiusi in un'ambulanza utilizzata per il loro trasporto sul posto ed è stato necessario l'intervento di polizia e carabinieri per avviare una trattativa. Alla fine la maggior parte del gruppetto dei 13 ha accettato la nuova sistemazione, mentre quattro irriducibili sono stati accompagnati in questura dove si sono svolte le operazioni di identificazione e fotosegnalazione.

I quattro non sono stati denunciati: è stato spiegato loro che uscire dal programma di protezione dei rifugiati significa perdere ogni forma di assistenza e hanno deciso di farsi riaccompagnare a Faiete. ©RIPRODUZIONE RISERVATA