Sant'Egidio, maltratta moglie e figli: patteggia 14 mesi
Negava anche i soldi ai familiari dopo la separazione
SANT’EGIDIO. Maltrattava la moglie in ogni modo possibile e dopo la separazione ha fatto mancare a lei e ai due figli i mezzi di sussistenza. Per questo è finito sotto inchiesta e di concerto con il suo avvocato, Umberto Angelozzi del foro di Ascoli, ha preferito non affrontare un processo pubblico, concordando la pena con il giudice dell’udienza preliminare. L'uomo ha patteggiato ieri un anno e due mesi di reclusione – pena sospesa – davanti al gup del tribunale di Teramo Giovanni de Rensis. Il condannato, del quale omettiamo le generalità complete per tutelare i due figli, era accusato di maltrattamenti in famiglia e violazione degli obblighi di assistenza familiare.
La richiesta di rinvio a giudizio firmata dal pm Laura Colica delinea lo scenario di un matrimonio diventato ben presto un inferno per la donna e anche per i suoi figli. L’uomo secondo l’accusa «maltrattava quotidianamente la moglie picchiandola, offendendola, minacciandola di morte, anche in presenza dei figli minori, abbandonando l’abitazione per diversi periodi senza comunicare dove andava, tenendole sempre nascosto il reale importo del proprio stipendio e l’ammontare dei suoi beni effettivi ed intrattenendo relazioni extraconiugali». In base alla denuncia dei familiari sono stati ricostruiti singoli episodi particolarmente gravi. Anche mentre la moglie aspettava la figlia secondogenita, e in seguito mentre la allattava, «la picchiava, la faceva cadere a terra e le imponeva di riferire ai sanitari di aver riportato le ferite a seguito di cadute accidentali». Inoltre «costringeva la famiglia a vivere con poco denaro, negando al figlio la possibilità di studiare fuori casa e alla figlia l’apparecchio per i denti» e in una circostanza fermava l’auto con la moglie a bordo intimandole di scendere e abbandonandola in mezzo alla strada.
Un simile inferno è durato per oltre vent’anni, fin quando la donna non si è decisa a denunciare il marito e a chiedere la separazione, ma anche dopo. Gli atteggiamenti aggressivi dell’uomo verso i familiari non si sono infatti attenuati, anzi, tanto che l'uomo secondo l’accusa ha «ritirato l’accredito dello stipendio dal conto familiare, prelevando dallo stesso tutte le somme di denaro e non versando alcuna somma in favore dei familiari».(d.v.)
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