Sciopero e picchetto per salvare l’Itv

Il tribunale decide sul concordato preventivo, sono a rischio 150 posti. Gli operai: più chiarezza dall’industria di Cellino

TERAMO. Era in tanti ieri mattina davanti alla sede della Provincia. I lavoratori delle Industrie tessili del Vomano hanno voluto manifestare così la preoccupazione per il futuro dei propri posti di lavoro, proprio mentre si teneva un incontro fra i vertici dell’azienda tessile e i sindacati, davanti all’assessore provinciale al lavoro Eva Guardiani. Il giudizio di Cgil, Cisl e Uil è stato unanime: grazie alla mobilitazione dei lavoratori, dopo mesi di mezze risposte e di poca chiarezza, finalmente ieri si sono dissipati alcuni dubbi sulla richiesta di concordato preventivo in continuità presentata il 22 luglio dall’azienda in tribunale e finora non approvata. L’udienza definitiva si dovrebbe tenere domani e i sindacati saranno davanti al tribunale ad attendere la sentenza.

«Siamo preoccupati perchè il piano nella migliore delle ipotesi parla di 60 esuberi cioè metà del personale, è un taglio pesantissimo», osserva Giampiero Daniele della Femca Cisl, «nella peggiore, se il concordato non va come dovrebbe, si parla di fallimento. Sono pià di 150 posti di lavoro persi con un’incognita sulla cassa integrazione, mentre con il concordato si possono avere 12 mesi di cassa integrazione straordinaria».

Emanuela Loretone della Filctem Cgil annuncia che l’azienda ha «dato la disponibilità a pagare tutto l'arretrato, cioè il rateo di tredicesima dal 1° gennaio al 22 luglio 2013 e gli stipendi dal 1° luglio al 22, così si rimette in riga pagamenti, ora pagati con acconti e saldi. E poi finalmente l’azienda ha spiegato perchè è necessario fare il concordato preventivo. Chiediamo il ritiro della procedura di mobilità attualmente in piedi, con un esubero di 60 persone, prima degli esuberi bisogna discutere della situazione generale e valutare possibili riconversioni. Basilare anche l’impegno delle istituzioni, visto che ci troviamo a Cellino che ha subito grossi traumi dal punto di vista occupazionale, con la chiusura delle Industrie tessili Valfino».

In teoria, essendoci in ballo una richiesta di concordato in continuità, l’azienda continuerà a produrre, anche perchè tutto sommato le commesse ci sono, anche se sono diminuite. Non a caso è stata da poco conclusa una commessa per Zara. «La partecipazione quasi totale allo sciopero », aggiunge Emidio Angelini della Uiltec, «è segno che gli operai sono stufi di quello che si sta vivendo. Noi avevamo dubbi che c’era qualcosa di più grave, che il percorso verso il concordato non era così semplice come voleva far credere l’azienda. E ora è venuto fuori che i ritardi sono dovuti a una documentazione chiesta dal tribunale ma mai non esibita dall’azienda. Terremo un’ assemblea dopo giovedì, nella speranza che il concordato venga accettato. La vecchia procedura di mobilità va chiusa, la speranza è che si possa ridurre il numero degli esodi e che siano su base volontaria. Peraltro l’Itv ha personale giovane: nessuno che si può accompagnare alla pensione». (a.f.)

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