Scopre che su Marte c’era un lago

Ricercatore teramano svela il mistero del Pianeta Rosso.

MONTORIO. Ha svelato il mistero del Pianeta Rosso. Ha scoperto che, 3 miliardi e 400 milioni di anni fa, su Marte c’era un lago lungo 57 chilometri e profondo 450 metri. Il teramano Gaetano Di Achille è lo scienziato dell’anno. E la sua scoperta, pubblicata sulla rivista Geophisical Research Letters, ha fatto il giro del mondo. Che su Marte ci fosse stata acqua era risaputo dopo che la sonda Phoenix, nel 2008, ne ha fotografato alcune gocce sulle sue zampe. Di Achille, però, è andato molto più avanti perché ha individuato la sagoma di un lago ghiacciato grande come quello di Como. Ha scoperto le coste alte e definite del grande invaso scomparso forse per sublimazione (il passaggio da solido a vapore) dell’acqua.

La sua scoperta è definita epocale. Ha 33 anni, è sposato da un anno con Benedetta Di Giovanni, di Silvi, dottoressa in filosofia, si è laureato il geologia a Chieti con Gian Gabriele Ori, docente di Planetologia di fama internazionale e da agosto del 2008 vive e lavora a Boulder, nell’Università del Colorado, dove la Nasa, che gli finanzia la ricerca, lo ha incaricato di mappare il Pianeta Rosso con le immagini inviate dalla sonda Mars Reconnaissance Orbiter. Ora sa più cose di Marte che del suo paese di 8.048 abitanti il geologo Di Achille, nato a Montorio dove vivono il papà Antonio, dipendente in pensione del Consorzio agrario, la mamma Luciana Tertulliano, la sorella Isabella, di 34 anni, e il fratello Giovanni di 30.

«E’ vero, Gaetano conosce meglio Marte che Montorio», dice al telefono Antonio Di Achille, «sapevo che mio figlio stava facendo una ricerca importante, ma non immaginavo che fosse una scoperta eccezionale. In matematica, al liceo scientifico Einstein di Teramo, andava molto bene. Si era iscritto a Ingegneria a Bologna ma dopo due esami ha deciso di cambiare e di laurearsi in geologia». Sei anni fa, il ricercatore teramano si laurea all’Università d’Annunzio con il massimo dei voti e con una tesi proprio su Marte, vince il dottorato di ricerca, vola due volte a Huston e una Berlino e pubblica i primi studi ma con 1200 euro al mese (lo stipendio di un ricercatore italiano) è difficile volare così in alto fino ai pianeti.

Proprio in uno dei suoi viaggi in America, Di Achille ha però l’occasione di conoscere un docente dell’Università del Colorado, 30mila iscritti, che «ruba» all’Abruzzo il giovane genio e lo tiene con sè a Boulder dove a Di Achille sono bastati appena 8 mesi per svelare il mistero del Pianeta Rosso.