Scuola, il primo sciopero è per i bus

Le quinte del Pascal in piazza: «L'Arpa ci lascia piedi a fine lezione»

TERAMO. Primo sciopero dell'anno per gli studenti teramani. Ieri mattina oltre cento ragazzi delle classi quinte dell'istituto tecnico commerciale programmatori "Blaise Pascal" hanno invaso i giardini di piazza Garibaldi.

Una protesta pacifica, senza striscioni né slogan, ma animata dalla voglia di far conoscere un problema che li assilla riguardante l'orario settimanale e le coincidenze pomeridiane con i bus. Gli studenti dell'ultimo anno degli istituti tecnici, infatti, non rientrano nella riforma ministeriale che prevede la riduzione delle ore settimanali da 36 a 32 riservata, invece, alle classi seconde, terze e quarte. 

Quelle quattro ore in più, se da una parte faranno bene all'apprendimento in aula in vista dell'esame di Stato, dall'altra comportano la necessità di dover effettuare due rientri pomeridiani a settimana (con orario da 60 minuti) fino alle 16.20.  E qui iniziano i disagi per i ragazzi, in particolare per i pendolari. Infatti a quell'ora non c'è un pullman dell'Arpa che riporti subito gli alunni a casa. E l'attesa è anche lunga: prima di mezz'ora non c'è traccia di bus che passano dalle parti dell'istituto di via Bafile.  Una ragazza di Bisenti, per esempio, si sfoga: «Rientro a casa poco prima di cena. A quell'ora la stanchezza si fa sentire e studiare diventa un'impresa. Come si fa a preparare le interrogazioni e i compiti in classe?». 

Il preside del Pascal, Piero Natale, in carica da quest'anno, dice: «I ragazzi delle classi quinte hanno ragione a lamentarsi delle difficoltà per rientrare a casa il pomeriggio a causa della mancanza di coincidenze. La cosa è già stata segnalata all'assessore regionale Giandonato Morra e all'Arpa, ma non è stata ancora trovata una soluzione».  In più, si lamentano gli studenti, a scuola non c'è la mensa. E questo comporta anche il problema-pranzo quando c'è il rientro pomeridiano.

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