Siringa nella sabbia, bimbo punto dall’ago ad Alba Adriatica

Il piccolo di 7 anni si è ferito sulla spiaggia libera di Villa Fiore ed è stato portato in ospedale

ALBA. Stava giocando tra gli ombrelloni della spiaggia di Alba Adriatica, come ogni giorno, ignaro però del pericolo che questa volta si nascondeva sotto la sabbia: l’ago di una siringa gettata lì chissà da chi, che lo ha punto ad un piede provocandogli poi febbre alta. Ora, per il bambino albense di sette anni e per la sua famiglia, si prospettano sei mesi di apprensione nella lunga trafila medica di test volti ad escludere la possibilità di aver contratto qualche grave infezione. Le prime analisi, eseguite durante il ricovero durato 24 ore presso l’ospedale di Sant’Omero, hanno avuto per fortuna esito negativo e hanno escluso molte possibili malattie trasmissibili, ma ci sono altri virus pericolosissimi che hanno di solito un periodo di incubazione lungo anche diversi mesi, come quelli che possono portare epatite B e Aids.

«Possiamo solo sperare», commenta la madre del bambino, una donna albense ancora scossa per la bruttissima vicenda di cui suo figlio è rimasto vittima. Venerdì mattina, la donna ha portato come al solito il figlio con sé al mare, nell’ampia spiaggia libera di fronte alle pinete di Villa Fiore. Una delle zone più tranquille della località, insomma, dove è protagonista il turismo per famiglie. Ed è proprio questo uno degli aspetti più odiosi della vicenda, che ne fanno anche un emblema dell’inciviltà umana: probabilmente un tossicodipendente ha abbandonato la siringa in un punto che è frequentatissimo da genitori con bambini piccoli, che qui trovano un’oasi lontana dal trambusto della “movida” albense.

Poi c’è l’aspetto della fatalità e dell’incredibile sfortuna del bambino, che non si è accorto dell’ago che spuntava dalla sabbia mettendoci il piede sopra, mentre giocava intorno all’ombrellone con la madre che lo guardava. Fatalità, ma fino ad un certo punto, secondo la donna, che descrive quella spiaggia libera come un campo minato: «Bisogna stare attenti alle bottiglie e ai frammenti di vetro, ai preservativi abbandonati sulla sabbia, ai piccoli pezzi di legno che spuntano e, a quanto pare, addirittura anche alle siringhe dei tossicodipendenti. E’ incredibile che non si faccia una pulizia costante nelle spiagge libere. Che immagine diamo della nostra città ai turisti che arrivano e che si trovano davanti spiagge libere così sporche?». Presa dalla rabbia dopo la preoccupazione dei primi momenti, la madre del bambino ha segnalato la vicenda prima ai carabinieri di Alba Adriatica e poi al Comune, da cui dice di aver ricevuto la promessa che la spiaggia sarà immediatamente pulita. «Ma è assurdo dover attendere che accadano queste cose per vedere qualcuno che si muove», aggiunge la donna, che se la prende quindi soprattutto con le istituzioni comunali. L’identità ed il volto del vero colpevole, cioè di chi ha commesso l’assurda leggerezza di abbandonare la siringa tra la sabbia dopo essersi iniettato probabilmente una dose di stupefacente, così da mettere in pericolo la vita di un bambino innocente, lei potrebbe del resto non scoprirli mai. Può solo sperare che costui non abbia mai scambiato la siringa con qualcun altro e contratto una malattia trasmissibile attraverso il sangue.

Luca Tomassoni

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