Tagli da Roma, il Comune di Teramo va sotto di 874mila euro

Nuove mazzate dal governo Renzi: Brucchi oggi a palazzo Chigi per reclamare i 500mila già impegnati per le scuole, 374mila sono stati cancellati d’ufficio

TERAMO. Il governo taglia altri 374mila euro al Comune e non garantisce la copertura dei 500mila euro ottenuti per le scuole con il “Decreto del fare”. Due mazzate arrivate nel giro di poche ore che mandano su tutte le furie il sindaco Maurizio Brucchi. In particolare la mancata copertura per l’operazione “scuole sicure” è vissuta dal sindaco come uno sfregio inaccettabile e stamattina Brucchi, insieme ad altri sindaci che hanno già impegnato i fondi per effettuare i lavori, sarà a palazzo Chigi per chiedere chiarimenti al governo. «Se non ci assicurano che quei soldi arrivano non ce ne andiamo da lì», annuncia.

MENO 374MILA. L'ennesima mazzata che si abbatte sui conti già ridotti all'osso dell'ente è arrivata nei giorni scorsi. «Il taglio è la conseguenza di una disposizione del governo», spiega Brucchi, «che non consente più l'esenzione dal pagamento dell'Imu per i terreni agricoli che si trovano oltre i 28o metri sul livello del mare». L'applicazione dell'imposta sugli immobili per queste aree era discrezionale e il Comune ha deciso a suo tempo di evitarla. A quanto pare la nuova norma non impone il pagamento, lascia le amministrazioni nel dubbio, ma nel frattempo riduce ulteriormente le risorse a loro destinate. Nel caso di Teramo, dunque, sono stati scomputati 374mila euro. «E' una pazzia compiuta da una massa di burocrati», sbotta il sindaco, «questa disposizione arriva a ventotto giorni dalla fine dell'anno, con l'assestamento di bilancio già approvato e il regolamento dell'Imu da tempo definito». Anche volendo interpretare la norma nel modo più sfavorevole ai contribuenti, cioè applicando l'imposta ai terreni che finora sono stati esclusi dal pagamento, non sarebbe possibile fare nulla. Brucchi, al di là degli ostacoli tecnici, non ci pensa per nulla ad attirarsi nuovi strali e maledizioni scagliati dai cittadini per l'ennesima gabella che deriverebbe dalle scelte del governo. Si ritroverà, però, a dover fare i conti con l'ennesima falla aperta nei conti da una minore entrata rispetto alle previsioni. «Non se ne può davvero più», insiste, «dobbiamo decidere cosa fare entro il termine di dieci giorni ma così non si può andare avanti». Il sindaco chiamerà a raccolta le associazioni di categoria degli agricoltori e medita un'azione congiunta con i suoi colleghi di altri Comuni coinvolti nella questione per fare pressione sul governo e indurlo a ritirare la disposizione contestata.

500MILA IN BILICO. Ad agitare ancora di più i sonni del primo cittadino è il rischio di perdere i fondi per le scuole il cui stanziamento era stato annunciato dal premier Matteo Renzi con il cosiddetto "decreto del fare". A Teramo spetterebbero circa 500mila euro che l'amministrazione ha già impegnato per interventi di messa in sicurezza già avviati. «Ne abbiamo anticipati oltre la metà», spiega il sindaco, «e per gli altri saranno assicurati dei contenziosi con le imprese. Il tempo stringe, il 5 dicembre chiude la Tesoreria e poi questi soldi non li vedremo più».

Gennaro Della Monica

©RIPRODUZIONE RISERVATA