Tavolo al ministero per dare un futuro alla Bontempi

Ieri incontro nella sede dello Sviluppo Economico I sindacati: «C’è uno spiraglio, bisogna cercare investitori»

MARTINSICURO. Una speranza per la Bontempi. L’incontro che si è svolto ieri al ministero dello Sviluppo economico ha lasciato intravedere qualche spiraglio per un rilancio dell’azienda di giocattoli che ha la sede produttiva a Martinsicuro e quella commerciale a Potenza Picena. All’incontro romano di ieri ha partecipato il sottosegretario Giovanni Legnini, per la Regione Giuseppe Sciullo e Renzo Nicolino Iride, l’amministratore delegato della Bontempi Cristina Ficozzi e Pieroni, responsabile cooperativa che ha assunto 35 lavoratori ex Bontempi, facendo ripartire una parte della produzione nel capannone di Martinsicuro.

E’ stato attivato un tavolo al ministero che si occuperà di cercare delle prospettive di rilancio dell’azienda. «Noi chiesto più volte alla Regione di arrivare al ministero», spiega Giovanni Timoteo, segretario della Filctem Cgil, «per cercare di dare una prospettiva complessiva alla Bontempi, evitando il suo “spacchettamento”. Governo si è reso disponibile e ha chiesto la disponibilità a tutti i presenti a partecipare a un tavolo». Tavolo che si riunirà a giugno, visto che per fine maggio è atteso il pronunciamento del giudice sulla richiesta di concordato preventivo. «L’incontro», commenta Giampiero Daniele della Femca Cisl, « ha dato qualche spiraglio, c'è una convocazione che ci lascia con qualche speranza in più. Noi abbiamo ribadito che la Bontempi è un’azienda storica, che ha ancora mercato e che avrà futuro se si farà un’attività di ricerca di un nuovo imprenditore e di rilancio del marchio. E' stato ribadito dalla stessa azienda che il marchio ha un suo valore, tanto che si teme che arrivi un imprenditore che sia interessato solo a quello. Noi siamo sempre con il presidio davanti alla fabbrica, in posizione di protesta rispetto alla decisione di far ripartire parte dell’attività con una cooperativa».

Finora la coop ha assorbito 35 ex operai Bontempi «con un’attività a façon utilizzando macchinari vecchi e con accordi in deroga per ridurre alcuni istituti contrattuali», precisa Timoteo che ritiene questa iniziativa «con molte intrinseche fragilità». Per questo continua il presidio del resto dei lavoratori - originariamente nel erano più di 90 - davanti allo stabilimento. «Sicuramente ancora non abbiamo una soluzione, ma almeno c'è un tavolo da cui piò nascere una prospettiva diversa. Insisteremo perchè produca una specifica iniziativa, trovando un imprenditore che trovi appetibile il marchio Bontempi che ha un suo appeal per una reale ripresa industruiale e un recupero occupazionale», conclude il sindacalista.

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