Team: socio senza certificato antimafia

8 Ottobre 2010

La minoranza denuncia, il sindaco risponde: «Non aspettiamo con le orecchie basse»

TERAMO. La gestione dei rifiuti innesca lo scontro tra maggioranza e opposizione. Lo fa nel consiglio straordinario di ieri, convocato sulla scia dell'inchiesta nella quale è indagato il sindaco Maurizio Brucchi e che ha fatto scattare gli arresti per l'ex assessore regionale alla sanità Lanfranco Venturoni. In aula botta e risposta sul bioessiccatore e la scelta del socio privato della Team. 

LA CONVENZIONE. Al centro del confronto è finito il rinnovo dell'affidamento dei servizi alla Team. «Sono passati 192 giorni dall'approvazione del provvedimento in aula», ha fatto notare Gianguido D'Alberto (Pd), «e la convenzione non è stata ancora firmata». Manca, a detta del consigliere che ha chiesto spiegazioni alla segreteria comunale, il certificato antimafia del socio privato della Team. «Il documento deve essere rilasciato dalla prefettura», ha risposto Brucchi, «i tempi sono lunghi, ma non stiamo aspettando con le orecchie basse». Se la documentazione non sarà in regola, la Team sceglierà un nuovo partner. 

IL SOCIO PRIVATO. Nel frattempo però la Enerambiente, per la quale manca la certificazione antimafia, è stata sostituita dall'Ener Tec e l'amministratore delegato non è più Giovanni Faggiano ma Stefano Gavioli. «C'è stata molta leggerezza in questi passaggi societari», ha evidenziato Manola Di Pasquale (Pd), «l'amministrazione deve fare chiarezza». Il sindaco ha spiegato che l'ufficio legale sta verificando il passaggio da Enerambiente e Ener Tec. In attesa due dirigenti della Team sarebbero stati già inviati a Venezia per raccogliere informazioni nella sede legale del socio privato. 

IL BIOESSICCATORE. A ricostruire le tappe che hanno portato alla nascita della Team Tec, con socio privato la Deco di Rodolfo Di Zio, anche lui arrestato per l'inchiesta sui rifiuti, è stato Siriano Cordoni (Idv). «Il problema nasce nel 2005», ha fatto notare il consigliere, «quando è stato modificato lo statuto della Team». A quel punto sono state create le condizioni per attivare la società gemella a cui è stata commissionata la realiizzazione del bioessicatore. Secondo Cordoni l'affidamento diretto di quest'incarico non era possibile perché il partner privato non è stato scelto tramite una gara pubblica. «Tutte le operazioni», ha ribattuto Brucchi, «sono state avviate nell'interesse della Team e dei lavoratori». Per il sindaco il riaffidamento dei servizi alla società prescinde dalla scelta del privato e all'opposizione, che richiamava il coinvolgimento di Enerambiente in altre vicende giudiziarie, ha fatto notare come «va valutato re ciò che succede a Teramo».  

IL MODELLO TERAMO.
Le accuse più pesanti sono arrivate, però, da Paolo Albi. «Il modello Teramo si è trasformato nello scandalo Teramo», ha evidenziato, «questa mutazione genetica è derivata dal dominio assoluto esercitato da una parte di Forza Italia». Albi si è scagliato contro il monopolio dei rifiuti concesso a Di Zio e la gestione delle assunzioni alla Team di cui Venturoni avrebbe fatto «carne di porco». In difesa del "modello Teramo" si è schierato Mauro Di Dalmazio (Al centro per Teramo) che al termine del suo intervento ha strappato l'applauso della maggioranza. «Tutti i passaggi sulla Team sono chiari, li abbiamo portati in consiglio», ha osservato, «la società ha bilanci sani e per la prima volta ha reinvestito gli utili».

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