Teramo, ateneo sotto assedio: si dimette il direttore generale Maria Orfeo

Determinanti nella decisione il clima di conflittualità interna e le inchieste penali che si susseguono sulla gestione dell’università. Il rettore non commenta, fissato mercoledì il Senato accademico

TERAMO. Non c’è pace per l’università di Teramo. Maria Orfeo si è dimessa dall’incarico di direttore generale, che ricopriva dal maggio del 2013. Lo ha fatto tre giorni fa, inoltrando la sua lettera di dimissioni al Senato accademico e al rettore Luciano D’Amico. Le dimissioni dovranno essere ratificate nella prossima riunione dei vertici dell’ateneo, in programma mercoledì.

D’Amico per ora non intende commentare («Mercoledì c’è Senato e invieremo una nota alla stampa», si limita a dire) ma ci sono ben pochi dubbi sul fatto che l’addio della figura amministrativa di vertice dell’ateneo sia stato causato anche, se non soprattutto, dal clima pesante che aleggia da tempo sull’università teramana. Un clima innanzitutto di esasperata conflittualità interna, che vede una parte del personale – magari piccola, ma molto agguerrita – schierata contro la governance e pronta a bloccare l’attività amministrativa in ogni modo, compresa la presentazione di esposti alle autorità. Le quali, peraltro, da qualche tempo non si fanno certo pregare nell’esercitare sull’ateneo una pressione costante che magari sarà sacrosanta, ma di sicuro non agevola la gestione dell’istituzione e impedisce di riportare al suo interno un minimo di serenità.

Le inchieste penali che si sono susseguite sull’università in questi anni sono diverse. Una ha riguardato i rapporti tra ateneo e Fondazione e il rispetto delle norme di sicurezza (per quest’aspetto, sul versante amministrativo, il rettore ha pagato di tasca propria circa 50mila euro di ammende), un’altra l’assenteismo dei ricercatori (finita con un non luogo a procedere in sede di udienza preliminare), un’altra ancora le firme false dei docenti agli esami (quattro condanne in primo grado, altrettante assoluzioni in appello). L’ultima, ancora in corso e per la quale l’ultimo blitz della polizia giudiziaria alla ricerca di documentazione utile è avvenuto pochi giorni fa, è attinente il doppio incarico assunto da D’Amico quando è diventato presidente della Tua (dalla quale si è dimesso poche settimane fa). Insomma, un clima di assedio che a quanto pare Maria Orfeo ha vissuto con crescente sofferenza fino a gettare la spugna.

Le dimissioni del 55enne direttore generale, originaria di Trapani e arrivata a Teramo dall’ateneo di Firenze, devono ora essere ratificate nel Senato accademico di mercoledì prossimo. Nella stessa sede, quasi certamente, sarà deliberato anche il bando per l’assunzione del nuovo direttore amministrativo.

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