Teramo, bimba nata invalida: i genitori chiedono tre milioni

Malformazione cerebrale non diagnosticata con l’ecografia Il perito del tribunale: il ginecologo ha ignorato l’allarme

TERAMO. E’ una bimba di 5 anni con un presente difficile e un futuro incerto. Per lei e i suoi genitori. I medici dopo la nascita le hanno diagnosticato l’agenesia del corpo calloso, una gravissima malattia genetica di malformazione cerebrale. Ma l’allarme era scattato già durante un esame prenatale che però il ginecologo dell’Asl non avrebbe riconosciuto come tale. Oggi la famiglia cita per danni la Asl di Teramo e chiede 3 milioni di euro di risarcimento perchè la bambina diventerà una donna invalida che avrà sempre bisogno di assistenza. Dalla sua parte, per ora, ha il parere del perito nominato dal giudice Giansaverio Cappa. Secondo il ctu del tribunale «il non aver identificato l’assenza del cavo del setto nasale pellucido, indicatore indiretto dell’agenesia del corpo calloso all’ecografia del secondo trimestre non ha consentito di porre il sospetto della presenza di una malformazione cerebrale del feto. Qualora questa fosse stata anche solo sospettata si sarebbe potuto procedere ad effettuare indagini ulteriori e più specifiche che avrebbero con certezza consentito una precoce diagnosi della malformazione cerebrale». E ancora: «il medico che ha effettuato l’esame ecografico del secondo trimestre avrebbe dovuto e potuto osservare l’assenza del cavo del setto pellucido che è un segno indiretto dell’agenesia del corpo calloso». E proprio su questo i genitori, assistiti dall’avvocato Gianni Falconi, insistono. Perchè se al secondo mese di gravidanza avessero saputo dell’esistenza di questa malformazione, avrebbero potuto fare delle scelte. Un diritto che a loro è stato negato. Il consulente del tribunale è chiaro quando scrive che: «viste le condizioni attuali della piccola si esclude che la stessa possa acquisire una autonoma capacità lavorativa».

I genitori sanno che la ctu è solo una prima vittoria perchè nel gioco delle perizie spesso la responsabilità presunta svanisce o si trasforma: nel loro presente c’è solo un’assistenza continua alla piccola che ha bisogno di cure particolari, di essere seguita in ogni movimento. E per questo il danno richiesto è di natura patrimoniale perchè la bambina avrà necessità di cure, assistenza specialistica e mantenimento per tutta la vita. Ma non solo. I coniugi chiedono anche il riconoscimento del danno morale perchè le loro viste sono state stravolte. E su questo di recente le sezioni unite della Cassazione hanno così sentenziato: «i postumi derivanti da fatto illecito (in ambito della salute) è incontrovertibile che provochino un’irreversibile mutamento della qualità della vita personale, coniugale e genitoriale delle attività quotidiane del danneggiato, con ciò determinando, oltre alla lesione della integrità fisico – psichica, un evidente danno alla sfera affettiva, alla direzione della vita».

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