Teramo, detenuti rinchiusi nel supercarcere ma con i telefonini

La polizia penitenziaria scopre micro-cellulari e uno smartphone con sim attive nelle celle di due italiani e un nordafricano. Scattano le denunce. Il sindacato Sappe propone: "Avviate la schermatura"

TERAMO. Rinchiusi in carcere, ma possono parlare al telefono. Anzi al telefonino che si fanno portare da qualcuno da fuori e che poi nascondono nelle celle. Mettendolo a disposizione, a pagamento o con scambio di "favori", ad altri detenuti. E' una sorta di traffico di cellulari quello che hanno scoperto gli agenti di polizia penitenzia nel carcere di Castrogno a Teramo. Sono tre i microcellulari e uno smartphone che gli agenti hanno rinvenuto e sequestrato nelle stanze detentive. Tutti apparecchi funzionanti e con schede sim attive e utilizzati probabilemnte fino a pochi minuti prima che fossero scoperti.

Il rinvenimento dei telefonini ha anche portato alla denuncia di tre detenuti, due italiani e uno sudamericano: il reato è l'ex art.391 ter del codice penale di recente emanazione per l’ingresso e detenzione illecita di telefonini nei carceri, con pene severe che vanno da 1 a 4 anni, mentre prima era solo un illecito disciplinare sanzionato all’interno del carcere.

Il sequestro è il frutto di una serie di indagini portate avevanti all'interno del carcere di Castrogno da parte degli uomini del comandante del reparto, il dirigente del Corpo Livio Recchiuti. Sono passati al setaccio gli ambienti e spazi detentivi in comuni della sezione del circuito "media sicurezza" E nelle settimane altri micro cellulari erano stati rinvenuti e sequestrati sempre nello stesso reparto.

La segreteria Sappe di Teramo esprime compiacimento per la "brillante azione della polizia penitenziaria di Teramo, nonostante le precarie e critiche condizioni operative, prima tra tutte la carenza, ormai non più sostenibile, dell’organico del reparto della polizia penitenziaria, nei diversi ruoli".

Il Sappe coglie l'occasione per rinnovare l'appello al ministero della Giustizia e al Parlamento "perché servono deterrenti efficaci per stroncare il traffico illecito e inibire l’uso di telefoni cellulari in carcere". Il Sappe propone ad esempio la schermatura di tutte le sezioni detentive e di tutte le altre aree del carcere.

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