Teramo, la capitale delle buche

Asfalti ridotti in modo pietoso: ecco alcune delle vie da terzo mondo

TERAMO. Adesso che il Lotto zero ha reso più scorrevole la viabilità in città, i teramani possono apprezzare meglio lo stato degli asfalti sui quali mettono le ruote ogni giorno. Un conto, infatti, è stare perennemente in coda e transitare sulle buche a passo d'uomo. Ben altra cosa, invece, è andare a una certa velocità e godersi fino in fondo ogni scossone.
Ironia a parte, dopo un inverno che non ha certo risparmiato le precipitazioni atmosferiche - ma, soprattutto, dopo tanti anni di lavori fatti male o non fatti per nulla - le strade di Teramo sono ridotte in modo pietoso. Volendo, si potrebbero fare esempi a centinaia. Meglio, stavolta, restringere il campo a vie della città estremamente trafficate, punti di passaggio strategici da un quartiere all'altro. E allora, con l'ausilio della pioggia di martedì che meglio evidenzia buche e scassi, trade cruciali come via Savini, via Aeroporto e via Maestri del Lavoro, ma anche il piazzale della Madonna delle Grazie e l'angolo tra i Tigli e piazza Garibaldi. Il Comune, come leggete nell'intervista a fianco, annuncia per il 2011 lavori sugli asfalti per 600mila euro ma già mette le mani avanti: non potremo arrivare ovunque. Il problema, infatti, è che oltre a intervenire su strade dimenticate da secoli bisogna rifare, ogni due-tre anni, strade principali appena riasfaltate (evidentemente male): vedi i viali Crucioli, che continua a sprofondare, Bovio e Crispi. C'è da chiedersi, poi, perché per vedere questi lavori bisogna aspettare la piena estate. Serve il caldo, dicono. Mah! Per il Lotto zero gli asfalti sono stati rifatti a marzo. E allora, vista la situazione drammatica, non era il caso almeno di cominciare a sistemare i punti più malridotti?
L'impressione è che la giunta sia chiamata a uno scatto in avanti sulla manutenzione delle strade. Se Brucchi vuol passare alla storia come il sindaco che ha risolto il problema viabilità non dovrà puntare solo sulle strade nuove, ma anche sistemare quelle esistenti. Che sono una vergogna per qualsiasi città che voglia dirsi civile. (d.v.)

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