Teramo, la Provincia parte civile contro il suo presidente

L’ente decide in extremis di costituirsi nel processo per il caso Teramo Lavoro che vede imputati oltre a Catarra i dirigenti della società Cretarola e Lagatta
TERAMO. La Provincia si costituisce parte civile nel processo al suo presidente Valter Catarra per la vicenda Teramo Lavoro. Non lo aveva fatto nell’udienza preliminare, nel novembre scorso, assumendo una posizione di attesa, e al suo posto si era costituito un cittadino, per la precisione il sindacalista Uil Alfiero Di Giammartino, sfruttando una norma prevista dall’ordinamento degli enti locali. Ora il fatto che l’ente abbia deliberato di stare nel processo esclude Di Giammartino. Non sarebbe corretto dire che l’ente ci abbia ripensato, perché a novembre la giunta stabiliva di «differire ogni valutazione e iniziativa all’esito della conclusione del procedimento penale (e, comunque, all’esito dell’udienza preliminare), così riservando ogni altra successiva e diversa determinazione». Ma di sicuro l’amministrazione deve aver meditato a lungo, visto che ha preso una decisione in extremis. Il processo infatti comincia il prossimo 6 maggio, la giunta – assente per ovvi motivi Catarra – ha deliberato la costituzione di parte civile solo lunedì scorso. Peraltro, senza indicare la somma che intende chiedere a risarcimento.
È presumibile che la volontà politica di chiedere i danni a Catarra in caso di condanna non vi fosse ma una parte decisiva l’ha avuta l’Avvocatura dell’ente, che il 10 aprile scorso ha sottolineato l’opportunità per l’ente di costituirsi. L’incarico di rappresentare la Provincia nel processo è stato affidato all’avvocato Leonardo Arnese, che vanta competenza specifica in materia avendo rappresentato con successo la Provincia di Pescara come parte civile in un processo che vedeva imputati alcuni dipendenti dell’ente.
Il processo per la vicenda teramo Lavoro vede imputati, oltre a Catarra, l’ex amministratore della società in house Venanzio Cretarola e il braccio destro di quest’ultimo, Salvatore Lagatta. Tutti e tre sono accusati di abuso d’ufficio per l’ingiusto vantaggio che sarebbe derivato a Cretarola dalla sua assunzione come coordinatore generale delle attività svolte dalla società per la Provincia. Cretarola e Catarra hanno anche l’imputazione di falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in certificati amministrativi per aver attestato falsamente una serie di attività svolte da Cretarola, e quella di truffa aggravata per aver tratto in errore i funzionari della Provincia e la Regione allo scopo di liquidare 42mila euro del Fondo sociale europeo a Cretarola. Infine Cretarola è accusato anche di peculato per essersi appropriato di circa 11mila euro del Fondo sociale europeo. Tutte accuse, ovviamente, da provare davanti al tribunale.
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