Teramo Lavoro, niente abuso, truffa e falso: assolto Catarra

Cadono le accuse per Catarra e il sindaco di Bussi Lagatta. Cretarola condannato a due anni solo per peculato

TERAMO. Come in ogni vicenda giudiziaria saranno le motivazioni di una sentenza a spiegare. Per ora c’è un’assoluzione perchè il fatto non sussiste: secondo i giudici di primo grado non c’è stata nessuna truffa, nessun falso e nessun abuso nella gestione del fondo sociale europeo per la Teramo Lavoro, la ex società in house della Provincia .

Il tribunale in composizione collegiale ha assolto l’ex presidente della Provincia Valter Catarra (difeso dall’avvocato Guglielmo Marconi), l’ex amministratore Venanzio Cretarola (difeso dall’avvocato Cataldo Mariano) e l’ex direttore del personale e attuale sindaco di Bussi Salvatore Lagatta (difeso dall’avvocato Gennaro Lettieri): tutti e tre erano accusati di abuso d’ufficio, Catarra e Cretarola anche di truffa e falso. Cretarola era accusato anche di peculato e per questa ipotesi di reato è stato condannato a due anni (pena sospesa). Secondo l’accusa del pm Stefano Giovagnoni, titolare del fascicolo, si sarebbe appropriato, così si legge nel capo d’imputazione, «di una somma di denaro pari ad 11.225,72 euro. In particolare presentava alla Provincia le fatture e i prospetti che rendicontavano l’attività lavorativa dei dipendenti della Teramo Lavoro nel dicembre 2011, gennaio 2012, febbraio 2012, allegando i prospetti contenenti le generalità dei dipendenti, il livello occupazionale, le ore lavorative e l’importo della retribuzione da imputare al progetto finanziato con il Fse senza che in tali prospetti venisse riportata la sua posizione lavorativa e la sua retribuzione».

L’inchiesta della procura, scattata dopo alcuni esposti, verteva sull’uso del Fondo sociale europeo da parte della società e, in particolare, sulla nomina di Cretarola a coordinatore del progetto. Una nomina che, secondo la procura, sarebbe avvenuta con modalità irregolari, senza una selezione pubblica e per cui, aveva sostenuto la pubblica accusa, Cretarola sarebbe stato retribuito complessivamente con 42mila euro.

Il pm aveva chiesto la condanna a tre anni e tre mesi per Cretarola, a due anni e tre mesi per Catarra e ad otto mesi per Lagatta. Nella requisitoria Giovagnoni aveva ipotizzato uno scenario in cui politica e nomine s’incrociano «infischiandosene dei principi di trasparenza e imparzialità». «Catarra fin dall’inizio», aveva detto Giovagnoni nel corso di una requisitoria durata oltre tre ore, «nomina Cretarola amministratore della Teramo Lavoro senza ricorrere ad alcuna procedura di selezione caratterizzata dai criteri di valutazione comparativa di professionalità, come invece sarebbe stato auspicabile visto che si trattava do scegliere il responsabile di una società strumentale a totale partecipazione pubblica e probabilmente ha deciso di agire in tal modo per ragioni strettamente politiche. Sicuramente dietro la nomina di Cretarola c’è una qualche figura di spicco della politica teramana».

Nel processo davanti al collegio presieduto da Giovanni Spinosa (a latere Sergio Umbriano e Carla Fazzini) c’erano più parti civili: la Provincia rappresentata dall’avvocato Leonardo Arnese e due professionisti concorrenti alla posizione di coordinatore a progetto rappresentati dall’avvocato Tommaso Navarra. Il caso della Teramo Lavoro, ora in liquidazione dopo aver mandato a casa 110 lavoratori, si sposta in appello: farà ricorso l’ex amministratore Cretarola e, probabilmente, anche la procura.

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