Teramo, mini ripresa trainata dal settore dell'edilizia

Primi segnali di inversione di tendenza: a fine giugno saldo positivo di 200 aziende, 62 nuove imprese nell’edilizia

TERAMO. Timidi segnali di ripresa nel sistema produttivo teramano. E’ prematuro dire che la crisi sia finita, ma qualche inversione di tendenza nel secondo trimestre 2015 salta all’occhio.

Intanto un dato positivo riguarda le iscrizioni e le cancellazione nel registro delle imprese della Camera di commercio: se nel periodo gennaio-marzo era decisamente superiore la mortalità (923) sulla natalità delle aziende (626), nei mesi aprile-giugno le iscrizioni sono state 586 e le cancellazioni 372. La proporzioni sono dunque completamente invertite. Le dinamiche più vivaci sono delle società di capitali (170 iscrizioni) e delle imprese individuali (371).

A trainare la mini ripresa è il settore delle costruzioni, che nel secondo trimestre fa registrare 62 iscrizioni. E’ l’unico settore che mostra un segno positivo rispetto al secondo trimestre del 2014 (+29,2%). Gli altri settori continuano a far registrare cali anche drastici rispetto allo stesso periodo del 2014, come l’industria manifatturiera (-20,6%), il commercio (-6,5), il turismo (-15,4%).

I segnali di ripresa dell’edilizia fanno ben sperare: storicamente è fra i primi settori che “riparte” ed è quello che può trainare la ripresa. Ma prima di cantare vittoria bisognerà vedere se il trend sarà confermato nei successivi trimestri. Cauto infatti il presidente dell’Ance Vittorio Beccaceci. «Sicuramente i dati positivi non vengono dall'immobiliare che è ancora fermo. C'è un mercato di secondo livello dell'usato, ma non possiamo sperare in una ripresa a breve termine: fino a quando il governo non cambia la tassazione sulla casa, non c'è speranza. Invece devo registrare qualche movimento per gli appalti pubblici: gli enti cominciano ad appaltare. Questo deriva soprattutto dal fatto che il governo ha cambiato marcia: i finanziamenti vengono ritirati se non sono utilizzati entro un certo periodo». Un “paletto” che sta cambiando anche l’assetto di appalti e progettazioni: nei capitolati oltre all’esecuzione dei lavori viene prevista anche la progettazione esecutiva a carico delle aziende. «Da una parte è un onere in più che ci andiamo ad accollare, ma ci aiuta a sbloccare le opere. Piuttosto che stare fermi, ben venga. E’ questo un segmento che sta aiutando l’intero settore e che ci dà speranza», commenta il presidente dell’Ance che vede di buon occhio l’effetto della semplificazione degli iter burocratici sul settore.

«Se è vero che l'edilizia rappresenta il 30% dell'economia locale, di un’eventuale ripartenza ne beneficiano tutti i settori collegati». Certo, un impulso importante, fa notare Beccaceci, sarebbe l’adozione dei piani di ricostruzione post-terremoto da parte degli 8 Comuni nel cratere in provincia: solo due li hanno approvati, Arsita e Penna Sant’Andrea. «Le cose stanno ancora andando a rilento e speriamo che entro l'anno tutti i Comuni ce la facciano ad approvare i piani di ricostruzione: senza non si appaltano opere e non vengono assegnati i finanziamenti. Sono bloccati circa 300 milioni di euro».

Ritornando ad un panorama più generale del sistema economico, rimane la sofferenza delle imprese giovanili: le iscrizioni sono state 135 (-25,8% rispetto al secondo trimestre 2014) con l’unico segno positivo nell’edilizia (18 nuove imprese). Così per quelle gestite da stranieri: ne sono 86 (-17,3%). Sostanzialmente stabili quelle femminili: le nuove sono 142 (-3,4%). Dulcis in fundo, i fallimenti: nel secondo trimestre ce ne sono stati 40 (nel trimestre precedente 46) a cui si sommano 2 concordati e accordi di ristrutturazione del debito (13 nel trimestre precedente).

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