Teramo, molesta bimba di 8 anni: condannato uno sfollato aquilano

Tre anni e 4 mesi a un terremotato di 73 anni alloggiato nello stesso albergo di Roseto dove la piccola era in vacanza

TERAMO. Una molestia sessuale nei confronti di una bambina di 8 anni costa cara a un pensionato aquilano, sfollato per il terremoto e alloggiato in un albergo di Roseto. Vittorio De Gregorio, 73 anni, è stato condannato a una pena di 3 anni e 4 mesi di reclusione: i giudici del tribunale di Teramo (presidente Giovanni Cirillo, a latere Carlo Saverio Ferraro ed Enrico Pompei) lo hanno riconosciuto colpevole di violenza sessuale su minore.

La vicenda è avvenuta l’11 luglio 2009 –pochi mesi dopo il sisma – quando nell’albergo dove il pensionato era stato sistemato dalla Protezione civile era arrivata la bimba, che vive in Belgio con la famiglia, per trascorrere un periodo di vacanza con i nonni. L’episodio di violenza sarebbe avvenuto durante un incontro fortuito. Mentre è sulla spiaggia con i nonni, la piccola torna in albergo per prendere una scatola di biscotti. Nel corridoio incontra l’anziano che l’aiuta ad aprire la porta della camera. Ma non si limita a questo: entra nella stanza, si siede sul letto e si mette a chiacchierare. La bimba nella sua innocenza non sospetta nulla, ma l’uomo le si avvicina e, secondo le accuse, le tocca le parti intime. La piccola scappa e racconta tutto ai nonni: forse non si rende bene conto di ciò che è accaduto, ma capisce che la vacanza al mare è rovinata e infatti tornerà a casa molto prima del previsto. L’uomo, fin dall’inizio, ha negato le accuse di violenza, ammettendo che c’era stato sì un piccolo contatto fisico, ma era solo una carezza sul collo, un gesto affettuoso senza alcuna intenzione maliziosa. Ma la bimba, nonostante la giovanissima età è stata ritenuta credibile perché, come ha spiegato in aula il pubblico ministero Laura Colica, non conosceva quell’uomo, non aveva alcun motivo di astio nei suoi confronti, non aveva alcuna ragione per mentire e inventarsi una storia. Tanto più che – ha ricordato ancora il pm – si era quasi pentita di aver raccontato ciò che le era accaduto perché così facendo aveva dovuto interrompere la vacanza.

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