Teramo, ricorso contro le assunzioni alla Asl

I 59 operatori sanitari hanno già firmato i contratti, Manola Di Pasquale (Pd) prova a bloccare tutto: l’operazione è illegittima

TERAMO. E’ polemica sull’assunzione a tempo determinato di 59 operatori sanitari che dal 1° ottobre dovrebbero entrare in servizio alla Asl. Un’assunzione che segue alle selezioni pubbliche bandite dall’azienda sanitaria teramana all’inizio dell’anno, con circa 500 candidati ammessi a partecipare. La polemica, di cui si fa portavoce Manola Di Pasquale del Pd, verte sui requisiti da possedere per l’ammissione alla selezione, ovvero da una sorta di “pacchetto” di ore di formazione da maturare per il possesso della qualifica di “operatore socio-sanitario”.

Per Manola Di Pasquale, in base un accordo del 2001 tra Stato e Regioni, occorrono mille ore, ma una successiva determina della giunta regionale ha dato il via libera a corsi di formazione di 300 ore utili al rilascio dei requisiti. Questo avrebbe fatto nascere incongruenze e disparità tra gli stessi operatori che hanno risposto all’avviso pubblico: ossia tra quelli che per partecipare hanno dovuto frequentare corsi di formazione per mille ore e gli altri che invece hanno potuto contare su un percorso più breve. La Di Pasquale, in qualità di avvocato, ha raccolto queste voci di dissenso formalizzando la presentazione di un ricorso per procedere alla sospensione dell’esito del concorso, in autotutela.

Parallelamente sta procedendo sul piano politico per chiedere alla Regione una revisione della normativa che disciplina la formazione. «Ho sottoposto questa difformità al vaglio dell’attuale assessore alla sanità Silvio Paolucci e dell’assessore alle politiche attive del lavoro Marinella Sclocco», ha dichiarato Di Pasquale, «al di là di una questione di correttezza verso le ambizioni legittime dei lavoratori che devono essere trattati alla pari, va comunque fatta attenzione alla preparazione del personale a cui affidiamo loro le cure dei nostri malati».

Il ricorso di Di Pasquale arriva sul filo di lana: gli Oss che hanno vinto il bando hanno già firmato i contratti (per tre mesi, prorogabili fino a 36) e chi aveva già un lavoro, ha chiesto l’aspettativa ed è stato sostituito. Insomma, la macchina organizzativa è già partita e ora potrebbe essere fermata in corsa. Certamente questo scontenterà i nuovi acquisti – che paradossalmente rischiano di restare senza il nuovo lavoro e senza il vecchio – ma rappresenterà una speranza in più per i 55 operatori interinali che in questi mesi hanno lavorato tramite l’agenzia Etjca e che i vincitori dell’avviso pubblico dovrebbero sostituire. Se l’avvio dei contratti ai “nuovi” Oss dovesse essere bloccato, probabilmente la Asl prorogherà l’affidamento all’agenzia interinale. Quella di rivolgersi all’agenzia fu un’operazione dell’ex direttore generale Paolo Rolleri visto che le proroghe alle cooperative che fornivano una serie di servizi erano state ritenute irregolari. Contemporaneamente fu avviata la selezione per dotarsi di Oss a tempo determinato.

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