Tercas-Caripe, l'ultimo passaggio

16 Giugno 2010

I tecnici teramani a Verona per le verifiche, poi si potrà firmare

TERAMO. Un altro passo verso l'accordo che porterà Banca Tercas ad acquisire Caripe, realizzando il primo grande polo creditizio abruzzese, è stato compiuto ieri. Uomini della Tercas sono andati in missione a Verona, nella sede del Banco Popolare (la capogruppo di Caripe), per effettuare delle verifiche tecniche.

L'ULTIMA TAPPA.
Si tratta di un passaggio interlocutorio, in sé e per sé insignificante se le verifiche dovessero dare esito positivo, ma che ha comunque la sua importanza: se non altro perché, nella complessa procedura che ha accompagnato una trattativa così delicata, si tratta dell'ultimo passaggio tecnico. Ovvero, l'ultima delle cose da fare secondo le regole. Poi, ovviamente, scatterà l'ora delle valutazioni e delle decisioni da parte dei «grandi capi»: dovrà esserci l'accordo sul prezzo tra chi compra e chi vende. 

L'OSTACOLO.
Questo accordo appare vicino ma non è stato ancora raggiunto, come risulta dagli ambienti bancari veronesi e come ha confermato giorni fa il presidente della Tercas Lino Nisii. L'ostacolo che separa Tercas da Caripe sarebbe la necessità di ridefinire i crediti di alcuni clienti della banca pescarese. Forse sono proprio questi crediti l'oggetto della verifica compiuta ieri. Forse non solo loro. Di sicuro c'è che Nisii lo scorso venerdì, in occasione del convegno di presentazione del bilancio sociale della Tercas, si è dichiarato «cautamente ottimista» e ha detto: «Spero che prima delle ferie estive la faccenda sia conclusa».  Appare evidente dalle parole di un uomo tradizionalmente prudente come Nisii che gli ultimi ostacoli non sembrano insormontabili. Tuttavia ci sono, e prima che vengano appianati non potrà essere messa alcuna firma sulla cessione del pacchetto di maggioranza. 

LE CIFRE.
L'affare, inizialmente, dovrebbe costare a Tercas poco più di 100 milioni di euro per ottenere, per ora, il 51 per cento di Caripe. La Caripe è stata quotata dalla holding che la controlla 265 milioni di euro (circa 5 milioni a sportello). La Tercas, secondo indiscrezioni, ritiene il prezzo troppo alto ed ha lanciato un'offerta da 200 milioni di euro, 102 per il 51 per cento. È su queste basi che si tratta. Il primo obiettivo è l'accordo sulla cosiddetta "forchetta", cioé tra il prezzo minimo e quello massimo. 

I PASSAGGI.
Nel momento in cui ci sarà questo accordo, seguiranno alcuni passaggi tecnici regolati in modo ferreo dalla legge: la comunicazione alla Banca d'Italia, la pubblicazione sul sito della Borsa e la nomina dell'advisor che dovrà supervisionare i termini del contratto. Quindi si dovranno stabilire le modalità di pagamento e decidere come avverrà l'acquisizione di ulteriori quote fino a quel 95 per cento che la Tercas si è posta come obiettivo da raggiungere in due anni. 

IL PARTNER.
Come si arriva a questo 95 per cento? Un 15 per cento di Caripe dovrebbe essere rilevato dalla Fondazione Pescara Abruzzo, che diventerebbe un importante alleato della Tercas. Il resto delle azioni verrà acquisito gradualmente dalla Cassa di risparmio teramana nell'arco dei prossimi due anni. 

I TEMPI.
I tempi, ormai, stringono. Da quanto si è capito, la firma - sempre che non subentrino problemi - avverrà non prima del 30 giugno, ma non più tardi della fine di luglio.

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