Tercas, la Fondazione rientra. Nuzzo: vogliamo il 10% / Video

Il presidente della Fondazione: "Siamo disponibili a rientrare con il 10 per cento, speriamo ci siano altri investitori locali. Bisogna avere fiducia"

TERAMO. Il presidente della Fondazione Tercas Mario Nuzzo affronta la stampa teramana e fa di tutto per addolcire la pillola amarissima dell’operazione che il 29 luglio prossimo salverà Banca Tercas dandone il 100% in mano alla Popolare di Bari e cancellando gli azionisti locali, la Fondazione stessa in primis. Nuzzo non nega che in largo Melatini si sia vissuta la vicenda «come un dramma», ma definisce la ricapitalizzazione un «intervento straordinario» che ha evitato «una situazione irrecuperabile». Parla di una «fase nuova» che si apre e che «non va affrontata con sfiducia». Annuncia anche la disponibilità della Fondazione a rientrare nella banca «con il 10 per cento» quando Pop Bari aprirà il capitale ad altri soci ed auspica che oltre alla Fondazione comprino azioni altri investitori locali, «che siano disposti come noi a rischiare per far restare Tercas banca del territorio». Lo scenario auspicato da Nuzzo è quello di una Tercas al 70 per cento di Pop Bari e al 30 per cento degli azionisti locali., così come più volte ribadito dai pugliesi. Ma, al momento, è per l’appunto solo un auspicio. Nero su bianco, l’operazione Tercas impostata da Bankitalia tramite il commissario Riccardo Sora dà tutto a Pop Bari e rende le vecchie azioni carta straccia.

Non ci sono dubbi che la Fondazione, il 29, darà l’ok al salvataggio. A domanda su cosa dirà in assemblea, Nuzzo risponde: «Sora scrive chiaramente che la struttura dell’operazione non è modificabile e quindi o votiamo a favore, consentendo di completarla, oppure votiamo contro, il che significherebbe la liquidazione coatta amministrativa di Tercas e la sua scomparsa. Ci sarebbe un impatto devastante anche su obbligazionisti e correntisti e sui posti di lavoro. Il dramma attuale si riverbera sugli azionisti e soprattutto sulla Fondazione, ma abbiamo evitato un dramma ancora peggiore». Nuzzo sottolinea più volte che negli ultimi due anni Tercas è stata più volte «sull’orlo del fallimento», in particolare quando il Credito Valtellinese rinunciò ad entrare, perché «ogni volta che si rifacevano i conti il buco aumentava. Quando finì l’ispezione era di 80 milioni». Poi, l’abbiamo saputo solo tre giorni fa, è arrivato a 602. E sul perché e il percome sia stato possibile un disastro del genere Nuzzo non può che rispondere: «Lo sapremo nelle aule di giustizia».

Proprio l’enormità del buco, rivela il presidente, ha fatto saltare il progetto di una banca abruzzese sostenuta dalle quattro Fondazioni. «In quel momento», dice Nuzzo, «sembrava bastassero 230-250 milioni e noi questo obiettivo lo abbiamo raggiunto, costruendo anche un progetto industriale. Bankitalia però ha ritenuto il progetto non sostenibile. Allora non capimmo perché, oggi sappiamo le cifre e possiamo renderci conto che le Fondazioni non avrebbero potuto farcela».

Ma il futuro della Fondazione, senza i dividendi Tercas, quale sarà? Nuzzo non ha dubbi: «Stiamo vivendo una situazione di mancata percezione degli utili dal momento del commissariamento ma la nostra attività è continuata, sia pure con minore disponibilità. Abbiamo avviato un’intensa spending review e conduciamo una gestione molto attenta delle erogazioni. Ora stiamo rimodulando la gestione del patrimonio in modo da renderla più redditizia. Insomma, continuiamo a stare sul territorio e riteniamo di poter dare risposte adeguate».

Il futuro rientro tra gli azionisti di Tercas viene definito da Nuzzo come «un impegno e non un privilegio», perché almeno inizialmente non darà utili o vantaggi. «È vero che pensavamo di poter mantenere la presenza nella banca nella fase della ricapitalizzazione, ma la storia continua e in questa storia ci sarà verosimilmente spazio non solo per la Fondazione ma anche per altri soggetti del territorio. Si apre una fase nuova, bisogna avere fiducia, non si può dire “sarà sempre così com’è ora”. Raccolta e impieghi attuali sono disastrosi? Sì, ma nella media delle banche commissariate. Tornare all’operatività ordinaria rimuoverà una serie di ostacoli e ho fiducia che Bari sarà in grado di gestire questo processo perché ha già esperienza di acquisizioni, tutte andate bene».

Mario Nuzzo resterà al suo posto? «Il mio mandato scade nel novembre 2015 e non ho segnali che ci siano fatti che possano determinare una nuova situazione. Io non sono uno che scappa, io mi prendo le mie responsabilità».

È prematuro parlare di un presidente teramano della Tercas targata Bari? «Sì, assolutamente».

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