Ester Fratello, dirigente del commissariato di Atri

ATRI

Truffati e derubati con la colletta on line 

Tre casi di phishing in una settimana: i malcapitati pensano di aiutare gli amici in difficoltà e versano soldi a sconosciuti

ATRI. C’è l’insegnante che ha pagato 400 euro pensando di aiutare il parente in difficoltà e il pensionato che invece ne ha versati 800 a favore dell’amico che credeva avesse bisogno di aiuto: tutte vittime di chi è riuscito a carpire i loro dati on line tramite il cosiddetto “phishing”. Tre in meno di una settimana in un crescendo di frodi informatiche che ormai non si contano più.
Negli ultimi tempi agli uffici del commissariato di Atri (guidato dal dirigente Ester Fratello) di denunce ne sono arrivate svariate a testimoniare un fenomeno sempre più in aumento. Con gli investigatori decisi a mettere in guardia gli utenti da tutte le richieste sospette prima di tutto accertandosi della veridicità con i diretti interessati e poi facendo denuncia.
L’ultimo sistema messo in piedi si è sviluppato proprio con il “phishing” con i malviventi che sono riusciti a carpire le credenziali di accesso alle caselle e-mail personali dei malcapitati di turno sostituendo la password di accesso creata dal proprietario e rendendogli impossibile l’accesso. A questo punto i malfattori digitali hanno iniziato a bombardare di richieste tutti i nominativi presenti nelle rubriche dei proprietari delle e-mail “hackerate”. Tutti messaggi di questo tenore: «Buongiorno come stai? Ho un problema urgente a spiegarti. Contattami per e-mail discretamente perchè sono irrangiungibile sul mio telefono in attesa di dirti. Posso contare su di te?”. E questo scrivendo alla fine del messaggio i nome del vero proprietario della casella e-mail. In caso il malcapitato di turno risponda al messaggio ne arrivano subito altri con la richiesta di versamenti di denaro, solitamente cifre non esageratamente alte e nell’ordine di 7, 800 euro da versare tramite circuiti elettronici internazionali. Inutile sottolineare che molti dei destinatari, preoccupati, non si tirano indietro e, magari senza accertarsi personalmente con una chiamata all’amico o al parente, provvedono a versare soldi. Come è accaduto alla donna di Giulianova o all’uomo di Castelnuovo. Perché il “phishing” sembra non avere età: gli utenti continuano ad abboccare per la gioia del cyber-criminali. È vero che un buon antivirus aggiornato è in grado di bloccarli e indirizzare i messaggi “critici” verso la cartella di spam, ma fidarsi è bene non fidarsi è meglio: c’è sempre qualcosa che può sfuggire al controllo. Ecco perché, anche se protetti, è sempre consigliabile non abbassare mai la guardia.
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