Teramo

Un anno di lavoro gratis per salvare Prati di Tivo

Il presidente della Provincia Di Sabatino propone al cda della Gran Sasso di rinunciare ai compensi e agli operatori turistici di dare un contributo. Rinegoziati i debiti con Unicredit, trovati i soldi per riaprire Prato Selva

TERAMO. Un anno di lavoro gratis da parte della Gran Sasso Teramano ed il contributo degli operatori turistici per far ripartire la stazione sciistica di Prati di Tivo: è questa la proposta lanciata dal presidente della Provincia Renzo Di Sabatino nel corso di una riunione tenuta ieri sera per affrontare la problematica della gestione degli impianti di risalita. Un sacrificio da parte di tutti, insomma, per garantire la gestione partecipata della cabinovia e scongiurarne la chiusura.

Era stato l'esito negativo dell'asta (andata deserta) indetta per l'affidamento della gestione della cabinovia e la sua manutenzione a spingere la Gran Sasso Teramano, la Provincia e gli operatori a valutare altre ipotesi, fra le quali quella di una gestione diretta della struttura. Solo questa mattina però, al termine di una nuova riunione, si saprà se il consorzio degli operatori accetterà la proposta e soprattutto a quanto ammonterà il contributo richiesto per la riapertura della cabinovia già dall'imminente mese di dicembre.

Contemporaneamente la Gran Sasso Teramano e gli operatori dovranno elaborare un progetto definitivo di rilancio della montagna teramana, che contempli anche Prato Selva. Proprio per Prato Selva la Provincia ha dato ieri una buona notizia: «Dopo una serie di incontri e grazie alla collaborazione del Bim e del Comune di Fano Adriano», si legge in una nota dell’ente, «sono stati reperiti i fondi per la manutenzione straordinaria degli impianti di risalita di Prato Selva. Ci auguriamo che siano sufficienti per i lavori che anche in questo caso, come a Prati di Tivo, sono obbligatori per la riapertura. Bisogna ringraziare il Bim per la collaborazione e il Comune per la solerzia».

Tornando a Prati di Tivo, Di Sabatino ha detto: «La somma (250mila euro, ndc) chiesta dalla Gran Sasso Teramano per la gestione serve a mantenere in equilibrio i conti della società: c’è un notevole squilibrio fra ciò che ha speso per l’investimento e quello che è rientrato in cassa con i finanziamenti. Utilizzando soldi pubblici non posso avallare una proposta a costo zero per chi andrà a gestire sapendo, in partenza, che questo costituirebbe un'ulteriore perdita di denaro per le casse pubbliche. Quindi chiedo agli amministratori della società di rinunciare per quest’anno ai loro compensi e agli operatori di fare una proposta accettabile sul canone di gestione. Se ci saranno delle perdite», continua Di Sabatino, «le divideremo, ma lo facciamo per l’ultima volta perché spendiamo soldi pubblici e io non posso prendere in giro nessuno, tanto meno gli imprenditori».

La giornata di ieri si era aperta con un altro incontro riguardante Prati di Tivo, precisamente sui debiti nei confronti di Unicredit, anticipatrice dell'investimento sulla cabinovia in attesa dei fondi Fas. Di Sabatino ha incontrato i responsabili dell'istituto bancario, a favore dei quali è stato erogato un milione di euro, a scomputo del debito accumulato dalla Gran Sasso Teramano, pari a 12 milioni e 400.000 euro. Il presidente ha annunciato che farà all’istituto di credito una proposta transattiva. La Provincia chiederà una mano alla Regione: «Abbiamo chiesto un incontro a Luciano D’Alfonso per riflettere insieme, e alla Regione diciamo che intanto sarebbe giusto “restituirci” lo stanziamento iniziale», sostiene Di Sabatino.

Sandro Petrongolo

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