Val Vibrata, baby bullo terrorizza i compagni in aula

La classe è decimata: i genitori spostano i loro figli altrove, in classe sono rimasti nove dei venti alunni di inizio anno

VAL VIBRATA. Una classe dimezzata e bambini che tornano a casa spaventati perché un loro compagno con una situazione personale molto difficile li terrorizza durante le lezioni. Succede in una scuola elementare della Val Vibrata dove alcuni genitori si sono rivolti anche ai carabinieri per raccontare episodi spiacevoli per i loro figli. Non c’è stata ancora una vera e propria denuncia né è stato presentato un esposto, ma i militari sono stati messi al corrente della situazione in cui i bambini sono costretti a vivere, loro malgrado, e nei confronti della quale anche le istituzioni vivono un senso di impotenza.

Un bullismo collettivo a cui i minori soggiacciono ormai da qualche anno tanto che, per evitare guai peggiori, alcuni genitori in passato hanno preferito spostare i loro ragazzi in altre classi o addirittura in altre scuole. Così, da circa venti alunni, la classe che accoglie il ragazzo difficile sta per concludere l’anno solare con appena nove bambini. Anche le insegnanti di sostegno, stando al racconto di alcuni genitori dei bambini tartassati, anche le insegnanti di sostegno hanno preferito abbandonare il loro incarico.

L’alunno “irrequieto” (omettiamo età e località ed ogni altro elemento identificativo per tutelare i protagonisti della vicenda poiché minorenni, ndc) è poco più che un ragazzino ma si è fatto notare per i suoi modi – raccontano i testimoni – aggressivi e prepotenti. Il minore in questione vive in una struttura protetta e di giorno va a scuola. I tentativi di fargli sperimentare l’integrazione sociale non sempre sortiscono effetto e gli episodi di prepotenza non sembrano cessare. Proprio questo fatto aveva portato alcuni genitori a parlarne con i dirigenti scolastici e, recentemente, anche con i carabinieri della stazione della località in cui si trova la scuola. Tribunale dei minori e servizi sociali sembrano conoscere la situazione ma nulla pare si possa fare per arginare il problema: giovanissimo è il bullo e giovanissime sono anche le sue vittime che spesso sono costrette a chinare il capo per paura di essere ferite dal coetaneo.

Il minore vive già una condizione di privazione per la situazione familiare e si sfoga negli atti di bullismo. Molti genitori, che pure hanno detto di comprendere il disagio del ragazzino ma di non poter sopportare ancora i suoi comportamenti, hanno preferito spostare altrove i figli. Altri ancora provano a resistere tenendo in piedi la classe, ma chiedono l’interessamento delle istituzioni perché non vogliono più che i loro figli vadano a scuola con l’ansia e tornino spaventati.

Alex De Palo

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