Vibrata, gli indagati diventano due

Sott'inchiesta anche la società che gestisce per conto del Ruzzo i depuratori dell'interno

ALBA ADRIATICA. Non è solo il depuratore di Martinsicuro che potrebbe aver inquinato le acque del Vibrata - e del mare antistante la foce - intorno a Ferragosto, scatenando (insieme all'epidemia di enteriti che negli stessi giorni ha portato in ospedale 85 persone) una tempesta mediatica che ha dato una pesante mazzata in particolare al turismo balneare.

La procura di Teramo, che per ora ipotizza i reati di danneggiamento ambientale ed epidemia colposa, ha infatti iscritto nel registro degli indagati non solo la Ruzzo Reti, la società pubblica che gestisce il ciclo dell'acqua in provincia e si occupa direttamente dei depuratori principali (tra cui quello di Martinsicuro), ma anche il Cepas (centro promozione attività sociali e cooperative), ovvero la società incaricata dalla stessa Ruzzo Reti della gestione dei depuratori di Corropoli, Nereto, Sant'Omero e Sant'Egidio. Nel mirino degli inquirenti, insomma, ci sono tutti gli impianti pubblici di depurazione della Val Vibrata.

Il fascicolo in mano al pubblico ministero Laura Colica è già corposo e dettagliato, ma c'è bisogno di ulteriori riscontri. Per questo il pm ha conferito un incarico a un consulente tecnico, che dovrà effettuare un sopralluogo e delle prove tecniche, prelevando campioni sia nelle acque antistanti il depuratore di Martinsicuro, sia in punti del Vibrata a monte di esso e in corrispondenza degli altri depuratori. La procura, insomma, non vuole avere dubbi sul funzionamento dei depuratori che insistono sul martoriato corso d'acqua.

IL CONFRONTO. Questa mattina, intanto, ci sarà il primo concreto confronto tecnico tra i vari enti e istituzioni coinvolti nella vicenda dell'inquinamento del torrente Vibrata. La conferenza di servizi è stata programmata nel palazzo comunale e sarà a porte chiuse. Vi prenderanno parte l'amministrazione comunale di Alba Adriatica, l'Arta, il Comune di Martinsicuro, la Provincia, la Regione e la Ruzzo Reti. Saranno snocciolati in questa occasione i dati dell'Arta, che verranno analizzati alla luce anche dell'inchiesta della procura di Teramo alla quale stanno affluendo nuovi elementi mano a mano che la polizia provinciale completa la sua indagine.

FOSSO CIVITA. Intanto si appura che di fosso Civita a Colonnella, vistosamente inquinato da una sostanza di colore marrone come Il Centro ha denunciato nell'edizione di ieri, la Provincia sapeva già. Proprio in occasione dell'allarme scattato a Ferragosto, infatti, la polizia ecologica aveva effettuato un sopralluogo nell'area e prima ancora erano state anche effettuate delle analisi. (d.v.-a.d.p.)

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