TERAMO

Vigile del fuoco morto, camera ardente nella caserma provinciale

L'addio dei colleghi al capo reparto Domenico Ferracatena. Domani alle 15 i funerali nella chiesa di Campovalano di Campli

TERAMO La camera ardente nella caserma provinciale di via Diaz, quella in cui il caporeparto Domenico Ferracatena per anni è stato uno dei vigili del fuoco di prima linea. La salma del 57enne pompiere di Campli, che domenica mattina è stato stroncato da un infarto mentre pescava con il figlio, questa mattina è partita dall’ospedale di Ascoli con destinazione la caserma teramana dove i suoi colleghi lo veglieranno fino a domani quando alle 15 si svolgeranno i funerali nella chiesa di Campovalano di Campli.

leggi anche: Malore mentre è a pesca col figlio, vigile del fuoco muore a 57 anni A soccorrere il capo reparto dei pompieri sono arrivati i suoi colleghi del Comando di Teramo, intervenuti, insieme al 118, anche con il defibrillatore, ma non c'è stato nulla da fare

Tanti i vigili del fuoco che si sono recati in caserma per attendere l'arrivo del carro funebre proveniente da Ascoli e rivolgere un ultimo saluto al loro collega. La camera ardente rimarrà aperta a colleghi, parenti ed amici fino alle 20 di stasera e dalle 8 alle 12,30 di giovedì. 

La tragedia è avvenuta lungo il torrente Salinello, all’altezza di Castel Manfrino, nel territorio di Valle Castellana dove il vigile del fuoco di Campli, grande appassionato di caccia e pesca, era andato con il figlio Marco campione mondiale di pesca sportiva che nel 2021 ha vinto l’argento con la squadra azzurra proprio ai campionati mondiali di pesca sportiva. II malore lo ha colto all’improvviso e il primo a intervenire è stato proprio il figlio. In quella zona, tra l’altro, la copertura telefonica è scarsa e per chiamare i soccorsi il ragazzo è stato costretto a risalire un impervio pendio per trovare un punto in cui c’era il segnale telefonico. In poco tempo sul posto sono arrivati i colleghi di Ferracatena con l’elicottero partito da Pescara e i medici del 118 che hanno fatto di tutto nel tentativo di rianimare l’uomo con l’utilizzo prolungato anche del defibrillatore. Ma non c’è stato nulla da fare.