A rischio 80 milioni di opere: addio ai fondi Pnrr per la sanità?

10 Dicembre 2025

In ritardo i cantieri di 40 case di comunità e 11 ospedali: corsa contro il tempo per finire i lavori

L’AQUILA. Entro il 31 marzo del 2026, in Abruzzo, dovrebbero essere pronte 40 case di comunità per le cure di base: il Pnrr ha messo sul piatto 58,9 milioni di euro. Lo stesso giorno, cioè tra poco più di tre mesi e mezzo, dovrebbero essere finiti anche 11 ospedali di comunità, un ponte tra l’assistenza domiciliare e gli ospedali delle patologie gravi: il Pnrr ha regalato altri 26,1 milioni. Ma, nonostante questa dote finanziaria, la scadenza potrebbe non essere rispettata e il rischio è perdere i fondi: finora, per le case di comunità, è stato speso solo il 27,29% delle risorse disponibili con il record (negativo) dello 0% a Lama dei Peligni; per gli ospedali di comunità, è ancora peggio: è stato impegnato solo il 21,01% delle risorse disponibili e la medaglia del peggiore in campo va a Montesilvano con il 2,41% di fondi spesi.

A fronte di questi dati, aggiornati all’11 novembre scorso, il Pnrr declinato in chiave sanitaria sarà il prossimo terreno di scontro politico: domani alle ore 10.30 all’Emiciclo si riunirà la commissione regionale Bilancio, guidata dal consigliere Vincenzo D’Incecco della Lega, per esaminare il Defr, cioè la manovra dell’amministrazione Marsilio per l’ultimo slancio di mandato. E il dettaglio è che in 288 pagine del Documento di economia e finanza regionale non si parla dei possibili ritardi del Pnrr che potrebbero portare alla revoca dei contributi.

Ad anticipare la polemica che verrà, è il consigliere M5S Francesco Taglieri: «La nota di aggiornamento al Defr consegna un’immagine impietosa dello stato della nostra Regione, fatta di ritardi, opacità e incapacità amministrativa che rischiano di farci perdere le risorse più importanti degli ultimi vent’anni». Secondo Taglieri, «nonostante le pagine di narrazione e buone intenzioni, emerge chiaramente un fatto: l’Abruzzo non è in grado di garantire che gli interventi del Pnrr saranno realizzati entro il 2026. A dicembre 2025 troviamo ancora scritto che molte concessioni “saranno sottoscritte”, che gli interventi “saranno avviati”, che i progetti “saranno implementati”. È la prova provata che la giunta sta navigando a vista mentre il treno del Pnrr sta passando».

La relazione dell’assessore al Bilancio Mario Quaglieri di Fratelli d’Italia precisa: «Il Documento non poteva tralasciare la trattazione di una sezione dedicata al Pnrr, ponendo particolare enfasi alle iniziative affidate alla responsabilità attuativa della Regione Abruzzo». Ma Taglieri non si fida: «In commissione chiederò ad assessori e dirigenti la consegna immediata di tutti i Cup (Codici unici di progetto) per gli interventi Pnrr e Fsc. Senza quei codici non esiste alcun monitoraggio: il Cup è l’unica garanzia di tracciabilità di un investimento, l’unico modo», dice il consigliere, «per verificare se un progetto è andato in gara, se è stato aggiudicato, se è bloccato o se non è nemmeno nato. Dopo mesi di annunci, ora servono i numeri, non più le parole».

Il Defr del centrodestra ignora i ritardi ma tanti cantieri non sono nemmeno partiti: a Pescara, al posto della casa di comunità di via 8 marzo c’è ancora un parco giochi con l’altalena e lo scivolo; stessa storia, con una distesa di terra, in via Inghilterra a Montesilvano. «Si richiamano gli investimenti Pnrr per digitalizzazione, fascicolo sanitario elettronico, telemedicina, case di comunità, ospedali di comunità, centrali operative territoriali, ammodernamento tecnologico e potenziamento del personale. Ma», dice Taglieri, «non c’è un solo dato sugli stati di avanzamento. Non sappiamo quali interventi siano esecutivi, quali siano in gara e quali completamente fermi. Nel frattempo», osserva il consigliere M5S, «la Regione registra oltre 100 milioni di disavanzo sanitario e una mobilità passiva che pesa per altri 100 milioni al saldo: significa che gli abruzzesi continuano a fuggire altrove per curarsi, che la rete territoriale non funziona e che l’assenza di investimenti reali sta affossando il sistema».

I dati che il Centro può mostrare dicono che dei 58,9 milioni per le 40 case di comunità, finora, ne sono stati spesi solo 16; dei 26,1 milioni per gli 11 ospedali di comunità, finora, ne sono stati spesi appena 5,5. «Il settore più drammatico è la sanità», dice Taglieri, «ma il documento elenca anche interventi su viabilità, strade provinciali e comunali, sicurezza infrastrutturale e mobilità sostenibile e ammette che le concessioni saranno firmate nel 2025, cioè ora, a fine anno, quando i cantieri sarebbero dovuti essere già aperti. Lo stesso vale per la transizione energetica, le infrastrutture verdi, la gestione delle risorse idriche, i progetti di economia circolare, la programmazione sociale, gli interventi per la povertà educativa, i percorsi Its Academy e la nuova filiera 4+2 annunciata a gran voce: tutto descritto in modo generico, senza una riga che dica quando partiranno davvero i progetti, chi li attuerà, quali fondi sono stati impegnati e quali rischiano di scomparire». E Taglieri punta il dito: «Il Defr stesso, quasi senza accorgersene, ammette una verità: la Regione soffre di incapacità amministrativa strutturale, tanto che la Raccomandazione europea numero 2 insiste sulla necessità di rafforzare la Pa, digitalizzare i processi, assumere personale competente e migliorare la governance. Una Regione che non riesce a monitorare, progettare e gestire gli interventi non può reggere l’urto del Pnrr, che impone scadenze, controlli e risultati tangibili».