Abruzzo ad Assisi, Marsilio: «La battaglia francescana per i soldi degli ospedali»

5 Ottobre 2025

Il presidente di Fratelli d’Italia e l’alleata umbra Proietti di centrosinistra: «I nostri territori sono deboli e poveri, il governo ascolti la nostra idea sul Fondo sanitario»

ASSISI. Sul balcone della Loggia del Sacro convento di San Francesco, con lo sguardo che, a destra, si apre sulla collina che abbraccia Assisi, e, a sinistra, sulla basilica papale bianca, patrimonio dell’Unesco, il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio di Fratelli d’Italia è seduto accanto al premier Giorgia Meloni e al ministro della Cultura Alessandro Giuli. Marsilio e Meloni si parlano all’orecchio, il premier fa cenno di sì con la testa. Marsilio sorride, poi, torna serio e si alza: nell’intervento istituzionale in diretta su RaiUno, disegna la sua linea di collegamento tra l’Abruzzo governato dal centrodestra a trazione FdI e l’Umbria del centrosinistra:

«Un ponte destinato a durare», dice Marsilio nel giorno della festa del patrono d’Italia, «perché insieme condividiamo valori comuni: la pace, la solidarietà, il rispetto del creato, la cura delle comunità. Valori che Francesco ci ha insegnato con la sua vita e che noi vogliamo tradurre in azioni concrete a servizio del nostro tempo». Ma il primo legame di questa “strana alleanza” è la sanità: l’Abruzzo e l’Umbria chiedono, al governo Meloni, più soldi per gli ospedali perché il disavanzo della sanità è un’emergenza vicendevole. «Una battaglia francescana», sottolinea Marsilio, «perché possiamo dirci più deboli e più poveri di altri». E il presidente puntualizza: «Oggi l’Abruzzo è onorato di essere qui, cuore spirituale dell’Italia, per rappresentare l’intera nazione davanti al suo patrono».

Presidente, la governatrice dell’Umbria, Stefania Proietti, dice che «insieme» state portando avanti «una battaglia di giustizia» per la sanità: c’è davvero intesa?

«Questa battaglia la stiamo conducendo insieme e non siamo soli perché, insieme all’Abruzzo e all’Umbria, ci sono anche il Molise, le Marche, la Basilicata, la Calabria, la Sardegna e altre Regioni. Insomma, è un fronte vasto che unisce tutte le regioni caratterizzate da una bassa densità di popolazione che soffrono per una ripartizione, che noi consideriamo iniqua, del Fondo sanitario nazionale. Abbiamo affrontato questa questione ai più alti vertici in Conferenza delle Regioni e il presidente Massimiliano Fedriga ha aperto alle ragioni che abbiamo posto: nei prossimi giorni ci sarà un ulteriore confronto e spero che si trovi la sintesi».

Verso quale obiettivo?

«Per offrire al governo un nuovo modello di ripartizione del Fondo sanitario che tuteli le aree più deboli e marginali del territorio, a cominciare da quelle montane, dalle piccole isole, insomma tutte quelle situazioni in cui, a causa delle condizioni territoriali oggettive, offrire servizi sanitari costa di più che nelle grandi metropoli».

Da Assisi, si può dire che questa è anche una battaglia francescana?

«Da questo punto di vista, sì: se consideriamo che Francesco è sempre stato difensore dei deboli e dei poveri, allora, noi diciamo che in questa situazione possiamo legittimamente porci sul fronte dei più deboli e dei più poveri, di quelli che fanno più fatica a mettere insieme i numeri che consentono la razionalizzazione dei costi e le economie di scala. Per esempio, tutti pensano che la Basilicata sia una piccola regione e, invece, non è così: è una delle regioni più estese d’Italia, ma è anche una delle regioni meno popolate d'Italia e, quindi, è evidente che distribuire servizi, non soltanto quelli sanitari, costa di più che farlo in una grande metropoli dove i cittadini sono concentrati».

Finora, non c’è stata intesa ma lei ha aperto una breccia nel suo partito, a partire dall’interesse intorno alla sua proposta di riparto dimostrato dal deputato Giovanni Donzelli: a Giorgia Meloni dirà qualcosa?

«Ci siamo ripromessi, insieme alla presidente Proietti, di cogliere l’occasione, sempre che ne avremo la possibilità e l’opportunità».

E se avesse soltanto pochi secondi per parlare con il premier Meloni di questa proposta per cambiare le regole di divisione del Fondo sanitario cosa le direbbe?

«Che stiamo facendo una battaglia di equità e ci attendiamo attenzione da parte del governo, ma sono già sicuro di trovarla».

Quindi, l’Abruzzo e l’Umbria sono unite.

«Abbiamo scelto di portare qui, ad Assisi, non solo l’olio dei nostri uliveti ma anche segni tangibili di tutela e valorizzazione del patrimonio, contribuendo al restauro della loggetta di controfacciata della Basilica di Santa Maria degli Angeli e sostenendo il recupero di due dipinti settecenteschi raffiguranti San Francesco e Santa Chiara. L’olio votivo è stato portato in due anfore in ceramica aquilana, realizzate con le tecniche tradizionali del nostro artigianato artistico. Abbiamo portato le eccellenze dell’agroalimentare abruzzese, perché l’Abruzzo è terra di santi e di borghi, ma anche di sapori, di lavoro e di qualità».

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