Abruzzo, sale la cassa integrazione

A febbraio +41,9%. Campo (Uil): non basta l'export per crescere

PESCARA. Febbraio nero per il lavoro in Abruzzo, con le ore di cassa integrazione che, secondo dati Inps, crescono del 41.9% su gennaio (Italia +49,1). Conforta solo il dato di riferimento rispetto al 2011, con l'Abruzzo in controtendenza sul dato nazionale: se infatti la Cig in Italia è in crescita anche nel confronto con febbraio 2011 (+16,8), in Abruzzo la situazione migliora (-6,5 rispetto a febbraio 2011). Tra gli utilizzatori della cassa integrazione, cresce in Abruzzo, più che nella media nazionale, la componente del commercio e dell'artigianato (700.000 ore richieste contro il milione e 300mila dell'industria, pari a più della metà, mentre il dato nazionale è di 21 milioni di ore commercio/artigianato contro 54 milioni dell'industria). A livello regionale, il settore più interessato è il commercio (+179,1 febbraio su gennaio 2012, a fronte di un +25,2 dell'industria). A livello provinciale, Chieti e Teramo si caratterizzano per la forte componente industriale della richiesta di cassa, mentre a Pescara la componente commercio/artigianato si porta a ridosso dell'industria, con 79.000 ore richieste a fronte di 95.000 dell'industria.

«La crescita del dato abruzzese», spiega il segretario regionale della Uil Roberto Campo «arriva dopo una discesa che durava da mesi, e che stava riportando la regione a valori medi dopo che nel 2009-2010 era stata tra le regioni più colpite dalla crisi. Va inoltre notato che mentre in Abruzzo, regione industriale, l'impatto della crisi è stato più simile a quello delle regioni industriali del Nord, oggi il Nord si riprende relativamente meglio».

Il dato abruzzese però non sorprende se si considera il contesto generale, con l'Italia entrata in recessione tecnica e con il calo del Pil nell'intera area europea: la stima di Eurostat diffusa pochi giorni fa mostra infatti una flessione dello 0,3% nell'Eurozona e nell'Ue a 27 paesi. Anche il dato italiano è confermato in calo dello 0,7%. Nel trimestre precedente, a livello europeo si era registrata ancora una leggera crescita (+0,1%) mentre il Pil italiano era già in calo (-0,2%).

Secondo Campo le difficoltà della regione dipendono dalla «debolezza dell'economia interna e soprattutto delle sue componenti non industriali. Una prova aggiuntiva, se mai ce ne fosse bisogno, che non basta il rilancio dell'export per uscire dalla crisi, ma bisogna trovare il modo di far crescere i consumi interni. Da qui, l'attualità della questione fiscale per ridare fiato alle retribuzioni dei lavoratori e dei pensionati».

Altro aspetto preoccupante è la crescita della cassa in deroga. «Stiamo andando verso la terza vetta di utilizzo dalla sua introduzione», spiega Campo, «il picco più alto a livello nazionale si è registrato a metà 2010; il secondo, nella primavera 2011; il terzo si sta formando proprio a inizio 2012». In Abruzzo, ben il 46% della richiesta di cassa integrazione a febbraio 2012 è in deroga, con un picco a Pescara. «La cassa integrazione in deroga è stata fondamentale nell'arginare la crisi», dice Campo, «in Abruzzo ha protetto 7.769 persone (1.422 nel "cratere" e 6.347 nel resto della regione), cui vanno aggiunte 2.800 mobilità in deroga».

Nella cassa in deroga a livello nazionale, il settore commercio è un utilizzatore quasi al livello del settore industriale, e l'artigianato non è lontano. In Abruzzo, il commercio è il primo utilizzatore della cassa in deroga, con 561.142 ore, a fronte di 292.180 del settore industria (cui aggiungere 21.784 ore dell'edilizia) e di 112.179 dell'artigianato.

In questo contesto, dice Campo riflettendo sulle proposte Fornero sugli ammortizzatori sociali, «passare nel cuore della crisi dalla cassa integrazione a forme di indennità di disoccupazione che deresponsabilizzano le imprese e recidono il legame tra lavoratori e aziende può essere estremamente pericoloso e distruttivo. Il problema che dobbiamo affrontare non è una crisi da mancate ristrutturazioni aziendali, ma una crisi da crollo della domanda. La priorità deve essere contrastare la recessione e favorire una ripresa della crescita».

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