Abruzzo, un Comune su quattro senza donne in giunta

Solo 22 dei 100 municipi al voto nel 2014 rispettano le quote di genere E sono meno i sindaci rosa. Restano inapplicate due leggi nazionali

PESCARA. Ventidue Comuni senza neanche una donna in giunta comunale, tra i paesi al di sotto dei 3000 abitanti, più altri due, al di sopra di questa soglia, con un numero di donne insufficiente o addirittura azzerato, tra i 100 Comuni che l’anno scorso sono andati al voto in Abruzzo.

Il tutto, in barba alla legge 215 del 2012, che stabilisce garanzie (seppur generiche) per la «presenza di entrambi i sessi nelle giunte», e alla legge Delrio, la numero 56 del 2014, la quale precisa che «nelle giunte dei Comuni con oltre 3000 abitanti nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40%. Con arrotondamento aritmetico».

Insomma, quasi un quarto delle amministrazioni comunali che l’anno scorso si sono rinnovate, non hanno dato seguito ad una parte alla legge che prescrive, senza indicare quote, la presenza di ambedue i sessi nei governi cittadini, e dall’altra a quella che invece ha fissato una percentuale minima al di sotto della quale non è possibile andare.

Anzi, un Comune, come quello di Moscufo, in provincia di Pescara, non ha dato retta né all’una, né all’altra legge. Già, poiché a Moscufo, che conta 3264 abitanti, con le elezioni del 25 maggio 20014, oltre alla riconferma del sindaco uscente, Alberico Ambrosini, con la lista civica Insieme per Moscufo, la giunta che si è formata ha visto entrare in squadra Claudio De Collibus, Massimo Di Domenico, Emanuele Faieta e Loris Orsijena. Dunque donne zero, mentre invece, secondo la Delrio, in un’amministrazione con cinque componenti, le donne e gli uomini dovrebbero essere almeno due per parte.

Un po’ meglio, tra i Comuni al di sopra dei 3000 abitanti, ha fatto Orsogna, in provincia di Chieti, pur non avendo anch’essa applicata la norma. Con la lista civica Liberi per Orsogna, il Comune (4026 abitanti), ora guidato dal sindaco Fabrizio Montepara, tra gli assessori donna ha solo Giovanna Ferrante. Gli altri della giunta sono Vincenzo Cicolini, Rocco Cipollone e Nicolò Pinti, mentre invece sarebbe dovuta figurare ancora un’altra donna.

Molto più lunga è la lista dei Comuni, al di sotto dei 3000 abitanti, che l’anno scorso sono andati al voto e che non avrebbero rispettato la legge 215 del 2012. Sono ventidue. Tra i 51 Comuni che hanno votato nella provincia di Chieti (che ha eletto 8 sindaci donne: a Civitaluparella, Monteferrante, Palombaro, Pretoro, San Giovanni Lipioni, Santa Maria Imbaro, Torrebruna e Torrevecchia Teatina), nessuna donna in giunta è presente in 14 Comuni: Borrello, Civitella Messer Raimondo, Colledimezzo, Fara Filiorum Petri, Gessopalena, Montebello sul Sangro, Pennapiedimonte, Perano, Pollutri, Rapino, Roccaspinalveti, Taranta Peligna, Tornareccio e Treglio.

Nella provincia dell’Aquila l’anno scorso hanno votato in tre, con nessuna donna eletta sindaco, e solo a San Pio delle Camere non è presente nessuna donna in giunta.

Nella provincia di Pescara hanno votato in 19 (3 le donne sindaco elette: a Bolognano, Cappelle sul Tavo - uno dei due Comuni andati al voto nel 2014, insieme con Tortoreto, ad avere donne in maggioranza in giunta - e Vicoli), ma a Corvara non è presente nessuna donna in giunta. Nella provincia di Teramo, invece, su 27 Comuni che hanno votato (una sola donna eletta sindaco: a Tortoreto), 5 giunte sono completamente senza donne: Castiglione Messer Raimondo, Colledara, Fano Adriano, Montefino e Rocca Santa Maria.

Un «flash», sulla situazione abruzzese, che forse andrebbe triplicato: il totale dei Comuni d’Abruzzo è 305. E non va meglio in Regione, dove la legge delle quote è rispettata, ma i consiglieri donna sono solo 2 su 31.

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