Angelini attacca Marino: bugie su Villa Pini

L’ex titolare della clinica accusa il presidente della commissione parlamentare d’inchiesta
PESCARA. «Fino ad oggi ho scelto di non rilasciare dichiarazioni alla stampa perchè sui pazienti psichiatrici si fanno facilissime speculazioni di ogni genere. Oggi voglio esprimere con estrema semplicità il mio pensiero».
E’ Maria Vincenzo Angelini a parlare attraverso un comunicato inviato. L’ex proprietario della clinica privata Villa Pini a Chieti, grande accusatore di Ottaviano Del Turco nell’inchiesta sulla Sanitopoli abruzsese, contesta le accuse rivolte alle strutture destinate alla riabilitazione psichiatrica che gli ha rivolto il senatore del Pd, Ignazio Marino, al termine dell’audizione, svoltasi mercoledì a Roma, della commissione parlamentare d’inchiesta sul Servizio sanitario nazionale di cui è presidente. Dopo aver ascoltato in quell’audizione Giuseppina Ivone, curatore fallimentare del gruppo ex Angelini, Nicola Zavattaro, direttore della Asl di Chieti-Lanciano-Vasto, e Nicola Petruzzi, affittuario di Villa Pini, Marino aveva espresso la sua intenzione di trasmettere alla magistratura un esposto per ipotesi di reati relativi alla gestione della riabilitazione psichiatrica in quelle strutture.
«In Abruzzo», aveva detto Marino in un’intervista al Centro, «ci si è un po’ dimenticati della riabilitazione psichiatrica, negli ultimi vent’anni. Nei diversi sopralluoghi effettuati dalla commissione di cui sono presidente, e soprattutto in quella del 25 luglio 2009, avevamo trovato una situazione devastante nelle strutture di Villa Pini destinate a quello scopo».
Ecco la risposta di Angelini.
«Cari Esponenti», si legge nella nota di Angelini, «politici di destra e sinistra, cari sindacati, volevate ammazzare Villa Pini per svenderla al miglior offerente, e siete a metà del progetto; volevate “uccidermi”, fare di me un esempio (perché in Italia non bisogna mai parlare), e l’avete fatto; avete ucciso una delle realtà sanitarie più eccelse d’Italia togliendo agli abruzzesi un punto di riferimento».
«Siete davvero certi», prosegue Angelini, «che, per uccidere Villa Pini, valesse la pena arrivare alla morte dei pazienti? Caro Senatore Marino e caro mondo politico tutto, quanto è disposta la politica a spingersi oltre per una vendetta? Siete sicuri, come uomini, di non aver passato il limite? Ero certo che avreste cercato di insabbiare questi morti, inventando nuove accuse a cui ci vorranno anni a rispondere. Ma a me non importa: io so come ho lavorato per trent’anni e la notte dormo tranquillo. Voi vi porterete per sempre sulla coscienza quelle povere vittime di una delle più squallide faide politiche mai viste in Italia».
«Cara Curatela Fallimentare di Villa Pini», aggiunge l’imprenditore teatino, «presso i tuoi uffici sono conservati migliaia di documenti che testimoniano più di 20 anni di attività riabilitative perfettamente svolte e sempre puntualmente controllate dai competenti dipartimenti di salute mentale, di smaltimenti di rifiuti speciali eseguiti secondo la legge, di terapie concepite dai migliori esponenti della psichiatria abruzzese, di somme di proprietà dei pazienti rigorosamente gestite attraverso una contabilità scritta e controllata da primari, operatori psichiatrici e assistenti sociali».
«Spero con tutto il cuore che non accada nessun “incidente”a tutta questa documentazione, dato che io non posso più accedervi», aggiunge Angelini. «A breve fornirò invece alla stampa centinaia di foto che tenevo per ricordo, scattate negli anni dagli operatori di Villa Pini per testimoniare la qualità di vita e le attività che svolgevano quei poveri martiri della psichiatria. Mi sono astenuto fino ad oggi dal renderle pubbliche, perchè la malattia mentale è una cosa grave e seria, e le persone che ne sono affette non vanno trattate come esemplari di un morboso zoo. Oggi non mi si lascia altra scelta. Domani chiariremo in ogni dettaglio, ma nelle sedi opportune, il cumulo di bugie che viene oggi riferito alla stampa».

E’ Maria Vincenzo Angelini a parlare attraverso un comunicato inviato. L’ex proprietario della clinica privata Villa Pini a Chieti, grande accusatore di Ottaviano Del Turco nell’inchiesta sulla Sanitopoli abruzsese, contesta le accuse rivolte alle strutture destinate alla riabilitazione psichiatrica che gli ha rivolto il senatore del Pd, Ignazio Marino, al termine dell’audizione, svoltasi mercoledì a Roma, della commissione parlamentare d’inchiesta sul Servizio sanitario nazionale di cui è presidente. Dopo aver ascoltato in quell’audizione Giuseppina Ivone, curatore fallimentare del gruppo ex Angelini, Nicola Zavattaro, direttore della Asl di Chieti-Lanciano-Vasto, e Nicola Petruzzi, affittuario di Villa Pini, Marino aveva espresso la sua intenzione di trasmettere alla magistratura un esposto per ipotesi di reati relativi alla gestione della riabilitazione psichiatrica in quelle strutture.
«In Abruzzo», aveva detto Marino in un’intervista al Centro, «ci si è un po’ dimenticati della riabilitazione psichiatrica, negli ultimi vent’anni. Nei diversi sopralluoghi effettuati dalla commissione di cui sono presidente, e soprattutto in quella del 25 luglio 2009, avevamo trovato una situazione devastante nelle strutture di Villa Pini destinate a quello scopo».
Ecco la risposta di Angelini.
«Cari Esponenti», si legge nella nota di Angelini, «politici di destra e sinistra, cari sindacati, volevate ammazzare Villa Pini per svenderla al miglior offerente, e siete a metà del progetto; volevate “uccidermi”, fare di me un esempio (perché in Italia non bisogna mai parlare), e l’avete fatto; avete ucciso una delle realtà sanitarie più eccelse d’Italia togliendo agli abruzzesi un punto di riferimento».
«Siete davvero certi», prosegue Angelini, «che, per uccidere Villa Pini, valesse la pena arrivare alla morte dei pazienti? Caro Senatore Marino e caro mondo politico tutto, quanto è disposta la politica a spingersi oltre per una vendetta? Siete sicuri, come uomini, di non aver passato il limite? Ero certo che avreste cercato di insabbiare questi morti, inventando nuove accuse a cui ci vorranno anni a rispondere. Ma a me non importa: io so come ho lavorato per trent’anni e la notte dormo tranquillo. Voi vi porterete per sempre sulla coscienza quelle povere vittime di una delle più squallide faide politiche mai viste in Italia».
«Cara Curatela Fallimentare di Villa Pini», aggiunge l’imprenditore teatino, «presso i tuoi uffici sono conservati migliaia di documenti che testimoniano più di 20 anni di attività riabilitative perfettamente svolte e sempre puntualmente controllate dai competenti dipartimenti di salute mentale, di smaltimenti di rifiuti speciali eseguiti secondo la legge, di terapie concepite dai migliori esponenti della psichiatria abruzzese, di somme di proprietà dei pazienti rigorosamente gestite attraverso una contabilità scritta e controllata da primari, operatori psichiatrici e assistenti sociali».
«Spero con tutto il cuore che non accada nessun “incidente”a tutta questa documentazione, dato che io non posso più accedervi», aggiunge Angelini. «A breve fornirò invece alla stampa centinaia di foto che tenevo per ricordo, scattate negli anni dagli operatori di Villa Pini per testimoniare la qualità di vita e le attività che svolgevano quei poveri martiri della psichiatria. Mi sono astenuto fino ad oggi dal renderle pubbliche, perchè la malattia mentale è una cosa grave e seria, e le persone che ne sono affette non vanno trattate come esemplari di un morboso zoo. Oggi non mi si lascia altra scelta. Domani chiariremo in ogni dettaglio, ma nelle sedi opportune, il cumulo di bugie che viene oggi riferito alla stampa».
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