Artigianato, flessione nel primo trimestre

4 Maggio 2014

PESCARA. Nonostante qualche flebile segnale di ripresa, l'artigianato abruzzese continua a vivere una crisi profonda, con l'edilizia ai minimi storici. Lo conferma l'analisi condotta da Aldo Ronci...

PESCARA. Nonostante qualche flebile segnale di ripresa, l'artigianato abruzzese continua a vivere una crisi profonda, con l'edilizia ai minimi storici. Lo conferma l'analisi condotta da Aldo Ronci per la Cna regionale, secondo cui nel primo trimestre del 2014 «le imprese artigiane hanno subito un decremento di 615 unità, segnando un lieve miglioramento rispetto allo stesso periodo del 2013, quando era stato di 762. In definitiva, a pesare sul risultato è stato il minor numero di cancellazioni rispetto al primo trimestre dell'anno precedente».

Tuttavia, sembra ancora presto per parlare di una vera e propria inversione di tendenza. A guardare infatti con più attenzione le cifre di Infocamere, si scopre che il saldo negativo tra iscrizioni e cancellazioni è stato dell'1,80%: un valore superiore del 50% rispetto a quello medio italiano (-1,18%). Soprattutto, a certificare che l'uscita dal tunnel è lontana per l'artigianato abruzzese, ci sono i dati relativi alla crisi dei diversi comparti produttivi, a cominciare dall'edilizia, che ha registrato un saldo di ben 354 imprese in meno (58% del totale del decremento). E male è andata anche ai servizi alla persona (-52), ai prodotti in metallo (-39), ai trasporti (-22), ristorazione (-18), riparazioni di auto e prodotti per la casa (-18).

«La verità è che da almeno quattro anni registriamo un calo continuo delle iscrizioni delle piccole imprese, si è toccato il fondo perché sotto una certa soglia un comparto produttivo non può andare. Ed in questo modo si ha il senso reale della perdita di futuro di questo settore, visto che si tratta spesso di giovani con meno di trent'anni di età, che decidono di avviare una attività in proprio» afferma il presidente regionale della Cna, Italo Lupo.