Caravaggio, il pittore del 2010

Una grande mostra alle Scuderie del Quirinale per i 400 anni dalla morte.

Il 2010 delle grandi mostre sarà nel segno di Caravaggio, di cui si celebra il quarto centenario della morte: dall’attesa esposizione romana delle Scuderie con 30 capolavori di Michelangelo Merisi, alle rassegne di Firenze e Rimini. Ma nei prossimi mesi ce ne sarà per tutti i gusti. Non solo l’antico (dalla scultura ellenistica a Roma, a Forlì i fiori dal Seicento a Van Gogh, a Ferrara Chardin) ma anche la pittura moderna con il ritorno di Munch, dell’impressionismo e l’Ottocento italiano. Non mancherà, infine, il Novecento con Giorgio de Chirico, Edward Hopper e l’omaggio ai Basaldella. Le celebrazioni di Caravaggio, in realtà già iniziate in autunno con l’esposizione della Galleria Borghese di Roma, sono senz’altro il pezzo forte del nuovo anno.
Dal 18 febbraio, Le Scuderie del Quirinale a Roma ospitano, infatti, la rassegna di punta, che mette in fila una trentina di opere del Merisi (che non ne ha realizzate più di quaranta), e solo quelle storicamente accreditate come autografe, prestiti eccezionali dai maggiori musei del mondo.

Dal Bacco degli Uffizi di Firenze alle due versioni della Cena di Emmaus, dai Musici al Suonatore di liuto alla Deposizione dei Musei Vaticani, la mostra si preannuncia memorabile, di quelle capaci di richiamare centinaia di migliaia di visitatori, come non accade più ormai da diversi anni.
La mostra delle Scuderie del Quirinale ambisce a ripetere quella che, curata da Roberto Longhi, nel 1951 a Milano, contribuì a collocare definitivamente Caravaggio nel novero dei grandissimi accanto alla trinità composta da Michelangelo, Leonardo e Raffaello.
«Anche il Caravaggio», scriveva Longi nel suo fondamentale saggio sul Merisi, oggi raccolto nel Meridiano Mondadori dedicato al grande storico dell’arte italiano, «avvertiva il pericolo di ricadere nell’apologetica del corpo umano, sublimata da Raffaello e da Michelangelo, e persino nel chiaroscuro melodrammatico del Tintoretto. Ma ciò che gli andava balenando era ormai non tanto il “rilievo dei corpi” quanto la forma delle tenebre che li interrompono.

Lì era il grumo drammatico della realtà più complessa ch’egli ora intravedeva dopo le calme specchiature dell’adolescenza. E la storia dei fatti sacri, di cui ora si impadroniva, gli appariva come un seguito di drammi brevi e risolutivi la cui punta non può indugiarsi sulla durata sentimentale della trasparenza, anzi inevitabilmente s’investe del lampo abrupto della luce rivelante fra gli strappi inconoscibili dell’ombra. Uomini e santi, torturatori e martiri si sarebbero ora impigliati in quel tragico scherzo».
Dopo Roma sarà la volta di Firenze, dove dal 22 maggio agli Uffizi e alla Palatina di Palazzo Pitti verrà allestita la mostra «Caravaggio e i Caravaggeschi a Firenze». Mentre dal 23 ottobre a Castel Sismondo di Rimini, si potrà ammirare la mostra prodotta da Marco Goldin e intitolata «Caravaggio e altri pittori del Seicento. Capolavori dal Wadsworth Atheneum di Hartford».

C’è sempre il Seicento quale spunto di un’altra rassegna di grande interesse, dal 24 gennaio ai Musei di San Domenico di Forlì. Si tratta di «Fiori. Natura e Simbolo dal Seicento a Van Gogh, che presenterà capolavori di Caravaggio, Cagnacci, Gentileschi, Dolci, Rembrandt e maestri che eccezionalmente hanno dipinto quadri di fiori.
Se poi il 5 febbraio ai Musei Capitolini andrà in scena la straordinaria statuaria greco-romana con la mostra «L’età della conquista.

Il fascino dell’arte greca a Roma», il 5 marzo a Milano, negli spazi di Palazzo Reale, arriveranno i capolavori di Goya e il mondo moderno, in cui 180 opere, tra dipinti, incisioni e disegni, ricostruiranno la relazione tra il grande maestro spagnolo e i pittori in grado di segnare il percorso dell’arte degli ultimi due secoli: da Delacroix a Klee, da Kokoschka a Mirò, da Picasso a Bacon, da Pollock a de Kooning. E ancora la sede espositiva milanese ospiterà in maggio I due imperi: l’Aquila e il Dragone, che affiancherà le dinastie Quin e Han all’impero romano.

Tra le mostre della prima metà del 2010 c’è anche spazio per il Novecento.
Il 16 febbraio arriva alla Fondazione Roma la prima antologica italiana dedicata al grande pittore americano Edward Hopper. Reduce dal successo riscosso a Milano (1.600 visitatori al giorno), la rassegna sarà arricchita da altri capolavori del pittore provenienti dagli Stati Uniti.
Dal 30 marzo, invece, per il centenario della Metafisica, Palazzo delle Esposizioni presenterà «La natura secondo de Chirico», curata da Achille Bonito Oliva e concepita quale occasione di un nuovo slancio critico ed ermeneutico piuttosto che come una tradizionale retrospettiva.
Villa Manin (Udine, dal 27 marzo) omaggerà, infine, il genio dei Basaldella.

Dino, Mirko e Afro, la famiglia friulana di artisti, che ha impresso un segno indelebile nell’astrattismo internazionale.
La sede espositiva di Passariano sarà tra le protagoniste dell’autunno con una rassegna intitolata «Munch e lo spirito del Nord». Scandinavia nel secondo Ottocento, in cui saranno riuniti circa 40 capolavori del pittore dell’Urlo.
E, infine, con l’opera del grande Chardin, Palazzo dei Diamanti di Ferrara affronta (dal 17 ottobre) il Settecento francese, mentre a Rimini torna (a partire dal 23 ottobre) il movimento impressionista a confronto con la pittura dei Salon parigini.