ABRUZZO

Caro-gasolio, sciopero della marineria a oltranza. E a tavola i prezzi del pesce fresco decollano

Delusione e amarezza dopo gli incontri al Ministero. A Pescara, Giulianova, Vasto, e Ortona i pescatori chiedono provvedimenti concreti che abbassino il costo del carburante. E la Regione aggiunge 300mila euro al Fondo per l'attività ittica

PESCARA. Lo sciopero della pesca contro il caro-gasolio va avanti. Gli incontri tra le delegazioni delle marinerie, fra le quali quella abruzzese, con i rappresentanti del ministero delle Politiche agricole, non hanno sbloccato una situazione che sta affondando l'intero settore e avendo ripercussioni anche nella ristorazione.

A Pescara così come a Giulianova, Vasto e Ortona i marittimi fanno notare che sono tornati da Roma senza risposte e con tanta delusione e amarezza. A Giulianova sono fermi da sabato scorso, a Pescara da due settimane. Tutti chiedono un provvedimento che faccia abbassare il costo del carburante perché così "non possono uscire in mare". Dalla Puglia propongono di partire da un prezzo calmierato di 0,50, 0,60 al litro con la differenza a carico dello Stato; nel Lazio, ad Anzio, i marittimi chiedono che il governo cancelli le accise. "L'importante è che il prezzo venga abbassato visto che a 1,25 euro per litro di nafta non ci conviene uscire", fa i conti Giovanni Massi titolare del motopeschereccio “Il Faro” di Giulianova, portavoce dei colleghi. Finora quello che hanno ricevuto è un documento in cui si rende noto che il governo ha provveduto ad accettare il rimborso del 20% della spesa in nafta, utilizzata nel periodo da gennaio a marzo. "La somma ci verrà restituita tramite sgravi fiscali, ma è troppo irrisoria". continua Massi: "ci tornerebbero in tasca circa 5mila euro, che dovremmo dividerci, anticipando peraltro i soldi. E per tutto il resto dell’anno, che facciamo? Sembra quasi che abbiano intenzione di prenderci in giro".

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Il caro-gasolio si "mangia" tutto. E le conseguenze si fanno sentire anche a tavola. Il pesce fresco - che arriva dalla piccola marineria o direttamente dall'estero - è poco e i prezzi sono schizzati verso l'alto. «Nell’ultimo periodo sono aumentai del 30-40%, se non di più», spiega Carlo Ferraioli, ristoratore pescarese che è anche rappresentante di Confcommercio, «usiamo il pesce che c’è, lo prendiamo per lo più dall’altra sponda dell’Adriatico, e riusciamo a garantire la qualità. Certo alcuni prodotti mancano, ad esempio la pannocchia o quelli per fare delle zuppe, ma i disagi, ripeto, sono legati soprattutto ai prezzi elevati".

Sul piano politico regionale, la giunta abruzzese spinge affinché del problema se ne parli in sede di Conferenza Stato-Regioni. Intanto ieri il consiglio regionale ha ha approvato un incremento di 300mila euro del Fondo unico delle Politiche della pesca, somma destinata all'erogazione di sostegni economici alle imprese del settore ittico.

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