Ciclabili e strade urbane: è lotta ai bulli in bici elettrica

Sfrecciano ovunque oltre i limiti di legge dei 25 all’ora. A Pescara il fenomeno è fuori controllo: in sella alle due ruote “bruciano” i semafori o fanno zig zag tra le auto. A Chieti il sindaco è infuriato e promette più controlli in centro
PESCARA. Sfrecciano indisturbate a zig zag tra i pedoni e sempre più spesso sono causa di incidenti. Sinonimo di salvaguardia ambientale e movimento lento, le biciclette elettriche sembrano aver dimenticato la vocazione per cui erano nate. Soprattutto se si tratta delle fat-bike, le bici elettriche dalle grandi ruote (da qui il nomignolo inglese “fat”, grasse), che molto spesso circolano con modifiche che ne alterano la potenza della batteria e, quindi, della velocità su strada. Queste due ruote sono da considerare, ormai, veri e propri motorini che destano sempre più allarme in molti centri abruzzesi. I centri della costa sono invasi da questi mezzi, spesso guidati da ragazzini (ma molti adulti non sono da meno in quanto a sprezzo delle regole e del pericolo) che attraversano strade e piste ciclabili come razzi.
Un nostro lettore da Montesilvano, Stefano, ha affidato un duro sfogo sul problema che affligge la circolazione in sicurezza delle città abruzzesi. «Ieri sera in via Chiarini viaggiavo sui 40 km orari in macchina, quando due ragazzini con una fat-bike elettrica (in due su una bici) mi superano e se ne vanno. Morale: non venite a dirmi che queste sono ancora bici perché dovrebbero avere - per legge - una velocità massima di 25 km orari. Ma così non è. È tempo di obbligare i proprietari a indossare il casco e ad avere sia l’assicurazione che la targa». Un pensiero condiviso da migliaia di cittadini e anche da qualche sindaco, che inizia a non tollerare più la deregulation delle super bici elettriche, diventate un pericolo costante sulle strade.
Pescara è uno degli emblemi del nuovo fenomeno: sulle piste ciclabili della città dannunziana capita continuamente a chi pedala lentamente in sella alla propria bici classica di essere superato dai mostri con le grandi ruote, che viaggiano spediti a velocità da circuito di go kart. Non è raro vedere queste possenti due ruote con due persone, una alla guida e l’altra seduta dietro. In strada, poi, scattano in pole position ai semafori o volano zigzagando tra le auto in coda nel traffico. I ragazzini amano anche viaggiare in comitiva, invadendo spesso le corsie o giocando a superarsi a vicenda, noncuranti delle automobili costrette ormai a condividere con loro la strada.
Succede anche a Chieti "città della camomilla", dove è il sindaco Diego Ferrara a ordinare una stretta sui controlli. «Il fenomeno si sta allargando e va degenerando», dice il sindaco Ferrara, «Chieti, come tutte le città, è invasa da questo malcostume di chi pensa di poter trasgredire le norme del codice della strada solo perché è in bici. Poiché gli avvisi, le ordinanze e la prevenzione pare non servano a niente, ho ordinato alla comandante della polizia locale Donatella Di Giovanni di dare un giro di vite a questo malcostume intriso di imprudenza, incoscienza e senso di impunità». Il sindaco fa un esempio che riguarda la strada principale della città, lo storico corso Marrucino: «Lungo il Corso corrono come dannati sia in senso di marcia che contromano».
Corso Marrucino è per metà chiuso al transito veicolare, con la sola eccezione dei residenti, ma le biciclette possono ovviamente percorrerlo sia nel tratto chiuso alle auto che in quello dove, a senso unico, i veicoli possono circolare liberamente. Il tratto chiuso alle auto è circondato dai caratteristici portici riservati ai pedoni, ma pare che le bici abbiano invaso anche la passeggiata sotto i portici, come riferisce lo stesso sindaco: «Sì, passano anche sotto i portici. E non sono solo ragazzi a guidarle, ma anche adulti». Il personale della polizia locale teatina è fortemente sotto organico, ma il sindaco ha dato chiare indicazioni alla comandante: basterebbe che una pattuglia stazionasse in piazza Valignani, lungo corso Marrucino, per 30 minuti per monitorare l'andamento di questi mezzi. E magari potrebbe anche fare qualcosa per la sosta selvaggia che affligge in maniera cronica la piazza stessa.
Il nuovo codice della strada, entrato in vigore a dicembre 2024, ha dato regole ben precise per bici elettriche, bici a pedalata assistita e monopattini elettrici. Per quanto riguarda le sole biciclette, elettriche o con pedalata assistita, il limite di velocità, quando il motore è in funzione, è di 25 chilometri all'ora. Il nuovo codice della strada prevede, inoltre, l’uso obbligatorio delle piste ciclabili, ove presenti, e l’accensione delle luci di posizione nelle ore serali e notturne. Le bici devono essere obbligatoriamente equipaggiate con campanello, luci anteriori e posteriori, e catarifrangenti sulle ruote e sui pedali. Il nuovo codice ha previsto anche obblighi morali per i guidatori: sicurezza prima di tutto e rispetto degli altri utenti della strada, oltre a una manutenzione regolare e a un impegno per la sostenibilità ambientale, scegliendo, ad esempio, percorsi ciclabili e contribuendo a decongestionare il traffico urbano.
Se fino a qualche tempo fa erano i monopattini gli “alieni” del traffico urbano, causa di un aumento spaventoso degli incidenti anche nelle città abruzzesi, ora l’allarme è tutto per le fat-bike. Ma il (già) vecchio monopattino resta un altro mezzo di trasporto leggero e sostenibile per cui è impellente l’arrivo di norme certe in quanto a sicurezza della circolazione stradale. Gli incidenti con i monopattini sono in costante aumento, ad un ritmo del 10% annuo a Pescara (dati della Polizia municipale diffusi nel 2024). Di pari passo aumenta la gravità delle fratture subite dalle vittime dei sinistri in monopattino.
Lo dice la casistica registrata nel reparto Maxillo-facciale dell’ospedale di Pescara (eseguiti 35 interventi nel 2022, 21 nel 2023, 6 nei primi mesi del 2024). Giuliano Ascani, primario dell'Unità operativa semplice dipartimentale Maxillo facciale, tempo fa sul Centro aveva lanciato un appello a «fare attenzione» quando si procede con i veicoli a due ruote. Tra i pazienti che giungono in ospedale, provenienti da Pescara, Lanciano, Vasto e diversi dal Molise, con le ossa del viso rotte «la caduta avviene principalmente di faccia: hanno tra i 15 e i 20 anni, ma ci sono anche 30enni e 60enni, reduci da scontri tra monopattini e biciclette. C’è poca percezione del rischio».
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