Testamento biologico e fine vita: Abruzzo al primo posto in Italia

8 Novembre 2025

Sono 5.756 le Disposizioni anticipate: in testa la provincia di Pescara con 2.337, chiude L’Aquila a 458. I dati dell’associazione Coscioni disegnano «un territorio particolarmente sensibile a questo tema»

Un record che premia l’Abruzzo. La regione è prima, in Italia, per Disposizioni di testamento depositate, una ogni 127 abitanti. I dati dell’Osservatorio Dat, Disposizioni di testamento, dell’associazione Luca Coscioni, disegnano «un territorio particolarmente sensibile al tema del fine vita». La stessa regione in cui, meno di sei mesi fa, è stato bocciato il progetto di legge d’iniziativa popolare nato dalla campagna “Liberi Subito” dell’associazione Coscioni, stoppato in consiglio regionale. I numeri dicono che sono ben 5.756 le Disposizioni anticipate di testamento depositate in Abruzzo, con differenze sostanziali tra le diverse aree geografiche. In testa figura la provincia di Pescara con 2.337 Dat, segue Teramo con 1.692 Dat, quindi Chieti con 1.269 Dat, una ogni 135. Fanalino di coda L’Aquila dove le Dat sono appena 458, una ogni 419 abitanti.

CAMPAGNA FINE VITA

L’associazione Coscioni ha realizzato “Oggi scegli tu”, la più ampia campagna di informazione mai realizzata in Italia sulle Dat, in onda fino al 19 novembre. Lo spot è stato trasmesso in 67 cinema e su 306 schermi in tutto il Paese, oltre che sui principali canali televisivi, radiofonici e sulla stampa nazionale. Obiettivo dell’iniziativa è far conoscere il diritto, garantito dalla legge 219 del 2017, di decidere anticipatamente come essere curati, o non curati, qualora in futuro non si sia più in grado di esprimere le proprie volontà. «Una tutela fondamentale del principio di autodeterminazione, che si estende fino alla fase finale della vita», dicono i promotori dell'iniziativa. Lo spot, realizzato grazie alle donazioni e al 5x1000, porta la voce di Luciana Littizzetto e nasce dalla testimonianza di Cristiano, piemontese, che ha vissuto il dramma della compagna Patrizia, colpita da un ictus e rimasta impossibilitata a comunicare le proprie volontà. In assenza delle Disposizioni anticipate di trattamento, sono stati medici e istituzioni a decidere per lei. «Ancora una volta siamo costretti a sostituirci alle istituzioni per garantire ai cittadini un'informazione chiara e completa sui propri diritti», dichiarano Filomena Gallo e Marco Cappato, segretaria e tesoriere dell’associazione Luca Coscioni, «l’attuale disinformazione di fatto sabota la legge, negando alle persone la possibilità di scegliere in libertà e consapevolezza. Chiediamo al ministro della Salute, Orazio Schillaci, di rispettare gli obblighi previsti e di avviare finalmente una campagna nazionale degna di un Paese che riconosce l'autodeterminazione come valore fondamentale».

LA POSIZIONE DELL’ABRUZZO

Il consiglio regionale, a giugno scorso, ha bocciato il progetto di legge d’iniziativa popolare che avrebbe consentito all’Abruzzo di essere la seconda regione, dopo la Toscana, ad aprirsi al fine vita autorizzando la possibilità del suicidio medicalmente assistito. Il progetto di legge non è stato votato nella commissione competente che ha audito gli interlocutori del sì e del no. La proposta di iniziativa popolare era stata iscritta all’ordine del giorno con procedura d’urgenza, secondo quanto previsto dalla legge regionale che detta, per la Regione Abruzzo, le regole sul referendum abrogativo, consultivo e l’iniziativa legislativa. Il testo, infatti, era arrivato in Consiglio per la prima volta il 26 giugno 2024, ma in quell’occasione non si era neppure arrivati al voto. Da quella data sono scattati i dodici mesi concessi dalla normativa regionale per la pronuncia definitiva dell’aula consiliare sul progetto di legge. In quell’occasione, l’associazione Luca Coscioni aveva parlato di «un atto di irresponsabilità del consiglio abruzzese nei confronti delle persone malate e dei medici, privati di ogni garanzia sui tempi e sulle modalità per chiedere e ottenere l’aiuto alla morte volontaria».