Confapi: un errore dividersi sul Patto prima dell'incontro

Ferrante (foto): Confindustria ci ripensi la sua è una posizione non condivisa

TERAMO. Patto per l'Abruzzo, è una follia non restare uniti. Il presidente di Confapi Abruzzo, Italo Ferrante non lesina critiche a Confindustria e Pd, che hanno minacciato di uscirne.

«Fino al 21 di settembre, ossia fino a quando non si avrà l'incontro con il governo centrale, io credo non si possa abbandonare uno strumento utile alla nostra Regione e fortemente voluto da tutti i partecipanti. Non posso condividere la scelta fatta da Confindustria perché dichiarare di abbandonare il Patto in questo momento di difficoltà non fa che creare maggiore contrasto. Credo che l'idea, seppur legittima, di abbandonare il Patto avrebbe dovuto essere portata a conoscenza degli altri partecipanti prima della conferenza stampa in quanto il Patto è stato fatto tra tutti i partecipanti e quindi, secondo me, questa decisione andava discussa collegialmente». Ferrante fa notare però che «il Pd, con il suo "ultimatum" ha dettato i tempi per la convocazione dell'incontro con il governo centrale». E comunque «di sicuro sarà utile un ripensamento da parte di Confindustria: probabilmente il loro primo obiettivo era di sollecitare, così come ha fatto il Pd, il governo, che ora ci deve dire quanti e quali fondi sono a disposizione, dopodichè saranno gestite le priorità».

Ferrante punta molto sull'incontro del 21: «Penso che la mancata convocazione dell'incontro non sia stata colpa della Regione Abruzzo perché è sotto gli occhi di tutti la difficoltà del governo centrale di risolvere, giornalmente, le problematiche economiche. La manovra finanziaria ha avuto, in poche settimane, stravolgimenti unici. Nell'incontro si parlerà delle difficoltà che ha l'Abruzzo, delle possibili soluzioni e si chiederà che il governo ci continui a sostenere sia con i tanto sospirati Fondi Fas, che con altre misure a sostegno. Misure che dovranno andare soprattutto ad aiutare le piccole e medie imprese che, non dimentichiamolo, rappresentano il 99,8% di tutta l'economia nazionale».

Il presidente accenna anche ad alcune esigenze delle imprese, dall'accelerazione dei pagamenti della pubblica amministrazione, ad aiuti nella concessione del credito, senza dimenticare la ricostruzione a L'Aquila.

Ma Ferrante non dimentica quanto ha pesato, e pesa tuttora, l'alluvione del 1º marzo sulle imprese, in particolare, teramane: «Purtroppo, su questo fronte non abbiamo buone notizie se non l'impegno sia della Provincia che della Regione di fare di tutto per rimborsare i danni subiti (110 milioni di euro). Anche questa situazione ha contribuito a mettere in ginocchio l'economia teramana. Spero che l'impegno manifestato dai presidenti Catarra e Chiodi si tramuti presto in rimborsi». Ma se non dovesse succedere «le imprese non fanno gesti eclatanti, lavorano e producono oggi spesso sottocosto: sta a noi associazioni datoriali rappresentare e cercare di risolvere le loro difficoltà ed è quello che faremo».

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