Crolli, manovre per trasferire i processi

Gli avvocati degli imputati stanno preparando i ricorsi da presentare in Cassazione
L’AQUILA. Al via le manovre degli avvocati per ottenere il trasferimento dei procedimenti sui crolli dal tribunale aquilano in un altro foro. Che, eventualmente, sarebbe quello di Campobasso. Non tutti i legali sono di questa idea ma c’è chi sta già lavorando in tal senso. In sostanza ora si sta passando dalle enunciazioni di principio che hano suscitato non poche polemiche, ai fatti veri e propri.
«Stiamo chiedendo». dice l’avvocato in proposito Attilio Cecchini, il legale più autorevole del foro aquilano e capofila di questa iniziativa insieme al collega Angelo Colagrande, «ai vari mass media filmati, interviste e altro materiale anche fotografico che possa servirci a sostegno della nostra tesi. Nel frattempo stiamo studiando tutti gli aspetti giuridici. Dobbiamo fare presto visto che le udienze non sono lontane». L’avvocato aquilano non ha mai fatto mistero della sua opinione. «Da mesi» ha dichiarato un mese fa al nostro giornale, «c’è una campagna di stampa che tallona le indagini giudiziarie sulla individuazione delle responsabilità. Si alimentano aspettative, si diffonde panico e si fa da risonanza alle legittima aspirazione dei congiunti di quanti persero la vita. Ma a volte si eccede».
Si teme che alcuni «eccessi giustizialisti» condizionino di giudici pur nella massima buona fede. Dunque, visto che Cecchini difende un imputato per il crollo della Casa dello studente (foto), il procedimento simbolo per le indagini dopo il terremoto potrebbe tenersi altrove. L’istituto al quale gli avvocati fanno riferimento è la rimessione che è stata novellata con una legge del 7 novembre del 2002. Alla rimessione si può fare ricorso quando si suppone l’esistenza di «gravi situazioni locali, tali da turbare la libera determinazione delle persone che partecipano al processo, e non altrimenti eliminabili».
Una volta presentata al giudice la richiesta di rimessione questi può disporre con ordinanza la sospensione del processo fino a che con sia intervenuta la decisione della Cassazione dove trasmetterà gli atti. Poi la palla passerà direttamente alla Suprema corte che potrà decidere dopo avere assunto, se necessarie, ulteriori informazioni. L’ordinanza che (in teoria) accoglie la richiesta è comunicata al giudice che stava trattando il fascicolo e al tribunale indicato e poi notificata alle parti civili e al pubblico ministero. Già da adesso è noto che non tutti i legali e gli imputati sono d’accordo con la prospettiva di cambiare foro.
E’ possibile, pertanto, che all’interno dello stesso procedimento, chi è contrario al trasferimento verrà giudicato dal foro aquilano; chi farà ricorso in Cassazione (se accolto) affiderà, dunque, le sue istanze di giustizia, ai magistrati molisani. E’ chiaro che un ipotetico accoglimento della richiesta di trasferimento di qualche procedimento potrebbe comportare uno slittamento di qualche mese ma i timori di prescrizione sembrano, per adesso, poco plausibili visti i tempi rapidi con i quali, obbiettivamente, si sta procedendo.
«Stiamo chiedendo». dice l’avvocato in proposito Attilio Cecchini, il legale più autorevole del foro aquilano e capofila di questa iniziativa insieme al collega Angelo Colagrande, «ai vari mass media filmati, interviste e altro materiale anche fotografico che possa servirci a sostegno della nostra tesi. Nel frattempo stiamo studiando tutti gli aspetti giuridici. Dobbiamo fare presto visto che le udienze non sono lontane». L’avvocato aquilano non ha mai fatto mistero della sua opinione. «Da mesi» ha dichiarato un mese fa al nostro giornale, «c’è una campagna di stampa che tallona le indagini giudiziarie sulla individuazione delle responsabilità. Si alimentano aspettative, si diffonde panico e si fa da risonanza alle legittima aspirazione dei congiunti di quanti persero la vita. Ma a volte si eccede».
Si teme che alcuni «eccessi giustizialisti» condizionino di giudici pur nella massima buona fede. Dunque, visto che Cecchini difende un imputato per il crollo della Casa dello studente (foto), il procedimento simbolo per le indagini dopo il terremoto potrebbe tenersi altrove. L’istituto al quale gli avvocati fanno riferimento è la rimessione che è stata novellata con una legge del 7 novembre del 2002. Alla rimessione si può fare ricorso quando si suppone l’esistenza di «gravi situazioni locali, tali da turbare la libera determinazione delle persone che partecipano al processo, e non altrimenti eliminabili».
Una volta presentata al giudice la richiesta di rimessione questi può disporre con ordinanza la sospensione del processo fino a che con sia intervenuta la decisione della Cassazione dove trasmetterà gli atti. Poi la palla passerà direttamente alla Suprema corte che potrà decidere dopo avere assunto, se necessarie, ulteriori informazioni. L’ordinanza che (in teoria) accoglie la richiesta è comunicata al giudice che stava trattando il fascicolo e al tribunale indicato e poi notificata alle parti civili e al pubblico ministero. Già da adesso è noto che non tutti i legali e gli imputati sono d’accordo con la prospettiva di cambiare foro.
E’ possibile, pertanto, che all’interno dello stesso procedimento, chi è contrario al trasferimento verrà giudicato dal foro aquilano; chi farà ricorso in Cassazione (se accolto) affiderà, dunque, le sue istanze di giustizia, ai magistrati molisani. E’ chiaro che un ipotetico accoglimento della richiesta di trasferimento di qualche procedimento potrebbe comportare uno slittamento di qualche mese ma i timori di prescrizione sembrano, per adesso, poco plausibili visti i tempi rapidi con i quali, obbiettivamente, si sta procedendo.